Il Tirreno

Toscana

La tragedia

Lorenzo Bertanelli ucciso dall’elica dello yacht nel porto di Genova: aperta un’inchiesta per omicidio colposo

di Giovanna Mezzana
Il 36enne e il luogo della tragedia
Il 36enne e il luogo della tragedia

L’operaio di 36 anni di Marina di Massa schiacciato durante le operazioni di montaggio di un propulsore

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GENOVA. È all’incirca l’ora di pranzo – 5 febbraio – quando entra in sciopero l’intero comparto metalmeccanico delle riparazioni navali del più grande porto del Belpaese: Genova. Per l’intera giornata. Perché c’è un morto. «L’ennesimo», «Il secondo nel giro di un mese», non dimenticano i camalli. Stava lavorando a un mega yacht quando è stato colpito dall’elica della grande imbarcazione Lorenzo Bertanelli, 36 anni, ligure di nascita, toscano d’adozione. Lavorava per un’impresa – la Mec Line srl – che ha il suo quartier generale a Carrara, e che aveva acquisito un appalto.

Il cedimento

Sono da poco passate le 11,30 al porto di Genova, città nella città. Siamo sul Molo Giano, laddove alle 22,59 di ogni 7 maggio suonano le sirene: ricordano i nove operai morti per il crollo della Torre Piloti: era il 2013. Alcuni metalmeccanici stanno movimentando qualcosa di molto pesante: due tonnellate e mezzo, parrebbe, di thruster, così si chiama un’elica della grossa imbarcazione. Devono imbracarla. E, secondo una prima, prudenziale ricostruzione – a caldo – della dinamica dell’infortunio mortale, succede che c’è un cedimento. Il thruster scivola via, picchia su un ponteggio e investe Lorenzo Bertanelli.

60 interminabili minuti

Suona il campanello d’allarme, i colleghi soccorrono lui e un altro operaio che sembra essere stato sfiorato dalla maxi elica. «Hanno tentato di rianimarlo per un’ora», dice Omar Cattaneo, operatore di Fim Cisl Liguria. Per lui non c’è nulla da fare, mentre «il collega viene portato in ospedale – aggiunge il sindacalista – sotto shock». Scatta lo sciopero. È immediata la prima reazione dei camalli.

La testimonianza

La tragedia è avvenuta in seno all’Ente Bacini delle Riparazioni Navali, struttura ad hoc per questo genere di lavorazioni. Gli addetti della Mec Line stavano lavorando a un appalto per i cantieri navali Amico & Co. All’improvviso «l’elica ha come perso l’equilibrio ed è scivolata. Ha colpito Lorenzo – è riuscito a raccontare l’operaio sopravvissuto che era accanto a lui – e ha sfondato l’impalcatura. Il mio collega è precipitato e l’elica gli è caduta addosso».

Cos’è accaduto?

Saranno gli ispettori del nucleo Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro della Asl a capire e a spiegare che cosa in quell’operazione non è andato come avrebbe dovuto. La Procura di Genova ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo: il fascicolo è nelle mani del pubblico ministero Stefano Puppo. Anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza del porto potrebbero essere utili – e le immagini sono già state acquisite dagli inquirenti – a chiarire la dinamica. Verrà eseguito al più presto anche un esame post mortem.

L’identikit

Nato a Sarzana, Lorenzo Bertanelli viveva a Marina di Massa. Per tutti era “Lorè”, tant’è che così “si firma” anche nel suo profilo Facebook. Era un operaio specializzato. «Vorrei che mia mamma fosse eterna. È l’unico desiderio che esprimo ormai da tempo», scriveva una manciata di ore prima della sua morte sul suo profilo Facebook. Basterebbe questa frase per raccontare chi era Lorenzo: ma se fosse stato anche non così tanto, resterebbe una tragedia dai confini non tracciabili.

Corteo e sciopero

«Domani mattina (6 febbraio, ndr) ci sarà un presidio dal cancello principale del porto di Genova – dice Cattaneo – Sfileremo per le vie della città fino alla Prefettura perché venga alzato il livello della sicurezza sul lavoro». E sarà sciopero. Unanime è la voce dei sindacalisti di ogni sigla che chiedono «risorse e non tavoli».

Primo piano
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