Rubato il piccone di Mario «Restituitelo, ci tengo tanto»
porto sANTO stefano
Rubano un piccone al volontario che pulisce i rifugi bellici. E lui scrive un appello: «Riportatemelo, ci tenevo tanto, era un ricordo di mio nonno e del mio babbo. Grazie. Mario il volontario».
Abbiamo raccontato in queste pagine, in occasione dell’anniversario del primo bombardamento degli alleati a Porto S.Stefano che ricorreva l’8 dicembre, la bella iniziativa di un residente di Porto Santo Stefano, il pensionato Mario Picchianti. Di sua spontanea volontà, aveva deciso di prendere degli attrezzi e dare una sistemata ai cunicoli che, durante gli ultimi anni della guerra, permettevano ai santostefanesi che non avevano a disposizione un’altra sistemazione di ripararsi ogni qualvolta suonavano le sirene che annunciavano l’arrivo degli aerei. Aveva anche apposto dei cartelli che ricordano la loro funzione, specialmente per i turisti che, passeggiando lungo la Panoramica, possono vedere l’entrata di tali gallerie. E la sua iniziativa è piaciuta a moltissima gente: tra gli altri, anche all’assessore alla cultura Angela Della Monaca, che l’ha visto come un modo per ricordare le tante vittime che Porto S.Stefano pianse.
Un’opera proseguita anche in questi giorni da parte di Mario, che ha però riscontrato anche un’amara sorpresa: uno degli attrezzi usati per ripulire le entrate è sparito. Un piccone a cui era particolarmente legato a livello affettivo, visto che glielo aveva lasciato suo padre tanti anni fa, e che il santostefanese aveva lasciato il giorno prima in una galleria, ben nascosto, per poterlo riutilizzare. Ne è nato anche un tam-tam sui social, con molti che hanno condannato il gesto di chi si è appropriato del piccone. «Lo avevo nascosto lì per non stare sempre a portarmelo dietro – spiega -, ma quando sono tornato il piccone non c’era più. Io ho lasciato anche un cartello di fronte al rifugio dove chiedo di riportarmelo, perché era un ricordo di mio padre e di mio nonno. Faccio volentieri queste cose come volontario, mi piace ma non lo faccio per avere visibilità, però se mi portano via gli attrezzi mi dispiace. Rubare un piccone abbandonato non ha senso, mi sembra una mascalzonata, spero che me lo riportino perché per me ha un valore affettivo. In molti, dopo questa cosa, mi hanno anche detto di volermi regalare dei nuovi attrezzi, ma spero che il mio piccone possa essere rimesso al suo posto». —