Tripudio Viola, la Fiorentina umilia la Juventus e ora punta al quarto posto
Grande festa a Firenze per la vittoria della squadra di Palladino che può sperare in un posto in Champions League
FIRENZE. Sette gol subiti, zero fatti, e un progetto naufragato nell'arco di una settimana in una stagione già di per sé complessa e avara di soddisfazioni. La Juventus di Thiago Motta non esiste più, spazzata via prima dall'Atalanta e poi dalla Fiorentina che passeggiano su ciò che resta di una squadra arrendevole e senza anima, che ha abbandonato il suo allenatore che rischia a questo punto di aver concluso con la disfatta del 'Franchi' la sua avventura in bianconero.
Dopo il 4-0 dell'Allianz Stadium, Locatelli e compagni rimediano un'altra figuraccia crollando 3-0 a Firenze in una partita in cui la Signora non è riuscita a scuotersi, pagando un'approccio molle alla partita e una reazione inesistente dopo la doppia sberla firmata da Gosens e Mandragora a cavallo tra il 15' e il 18' del primo tempo. Il crollo della Juve riaccende le speranze di Roma e Milan nella corsa al quarto posto, occupato in questo momento dal Bologna dopo la cinquina alla Lazio. Tornano legittimamente a sperare anche i ragazzi di Palladino, galvanizzati da questo tris e risaliti a meno cinque dagli emiliani. La crescita di Gudmundsson, autore del 3-0 con un bolide da fuori area, può rappresentare la carta in più da giocare per i viola in quest'ultimo scorcio di stagione. In casa Juve, invece, saranno giorni di profonde riflessioni e di decisioni forti.
La sensazione è che un cambio della guida tecnica, impensabile fino anche solo a un mese fa, sia indispensabile per provare a salvare la stagione con l'obiettivo minimo della qualificazione Champions, ancora alla portata dei piemontesi nonostante i tanti inciampi di questa annata. Scelte forti da parte di Motta, che rinuncia a Gatti, Cambiaso ed Yildiz dal 1' lanciando il rientrante Veiga in una difesa completata da Weah, Kalulu e Kelly e riproponendo dall'inizio Koopmeiners, in una posizione più centrale con McKennie e Nico Gonzalez a completare la tre quarti. Palladino rinuncia a Beltran avanzando Gudmundsson di qualche metro a far coppia con l'ex di turno Kean. I bianconeri partono con il piglio giusto ma alla prima difficoltà capitolano: sugli sviluppi di un calcio d'angolo Gosens raccoglie una respinta di Veiga e fulmina Di Gregorio. Neanche il tempo di far ripartire il gioco che la Signora affonda di nuovo, con Fagioli - cresciuto nelle giovanili bianconere e partito a gennaio - che serve Mandragora che pesca l'angolo giusto e raddoppia. La Juventus non riesce a reagire, confusa e incerta a livello tecnico-tattico e apatica a livello caratteriale. De Gea rimane con i guantoni immacolati per tutti i primi 45 minuti e anche nella ripresa il copione non cambia. La squadra di Motta non cambia marcia e dopo pochi minuti incassa il tris di Gudmundsson, che con una splendida conclusione da fuori area regala un'altra perla al 'Franchi', facendo naufragare definitivamente una Juve già fuori fase. E attesa adesso da una lunga notte di riflessioni.