Il Tirreno

FIRENZE. La buona notizia quando la mattina stava già declinando verso il pomeriggio: Moise Kean si è allenato regolarmente in gruppo, prima volta da quando lunedì della settimana scorsa aveva fatto toccata e fuga a Coverciano per farsi certificare la lombalgia dai medici della Nazionale azzurra e tornarsene mestamente a casa, costretto a rinunciare alla convocazione di Spalletti. A casa subito e poi l’indomani al Viola Park per cure e terapie del caso, ma senza mai unirsi ai compagni per il programma normale di allenamento. Fino a ieri: e il sorriso di Raffaele Palladino ha illuminato il centro sportivo. Perché quello era il segnale atteso dall’allenatore (e da tutto l’ambiente) che il problema alla schiena sopra ricordato era finalmente risolto: il ritorno in gruppo già da mercoledì spiana la strada verso Lecce. Una buona notizia che se ne porta dietro un’altra come diretta conseguenza e questa seconda ancora più gradita: Kean a Via del Mare ci sarà. Salvo verifiche che continueranno da oggi per confermare il recupero, salvo ricadute, salvo insomma tutto quello che ci dev’essere e soprattutto non ci dev’essere fino a domenica, ma insomma è lecito dire che la fiducia e l’ottimismo hanno lasciato spazio a una mezza certezza che va solo trasformata in certezza intera per consentire a Palladino di schierare l’ex Juventus al centro dell’attacco. Non una cosa di poco conto per la Fiorentina in Salento con l’obiettivo di prolungare stato di forma e risultati, dopo il 2-1 rifilato al Milan prima della sosta che ha aggiornato la mini striscia positiva a sette punti nelle ultime tre gare: e provare a farlo con o senza Kean c’è tutta la differenza di questo mondo. Lo dicono i numeri dell’attaccante (5 gol all’attivo in 10 partite), l’impatto che lo stesso Moise ha avuto sul mondo viola, la consapevolezza per società, squadra, allenatore e tifosi di avere finalmente un centravanti in grado di sostenere il peso del reparto offensivo con qualità e sostanza. Un centravanti “vero”. Per questo il recupero del vercellese classe 2000 è così importante: oltre all’aspetto del campo, che rimane primario sempre e comunque, contribuisce a rafforzare l’autostima e la convinzione dentro al gruppo, caratteristiche altrettanto fondamentali in un momento della stagione in cui il confine tra salto di qualità in classifica e rincorsa ad evitare il semi-anonimato è molto sottile con ben cinque partite di campionato in programma in appena tre settimane. Intanto, Lecce: e Kean ci sarà, poi, ad esempio, il giovedì a seguire lascerà il posto a uno tra Kouame e Beltran (più l’ivoriano dell’argentino) a San Gallo in Conference League, ma è già un altro discorso. Ora l’obiettivo è la sfida ai giallorossi di Gotti e quella conta. Per uno che torna, un altro che ancora non riesce a tornare e il riferimento è naturalmente a Marin Pongracic che proprio a Lecce si è affermato, guadagnandosi la chiamata della Fiorentina in estate: ma per il croato il rendez-vous non s’ha da fare. Colpa del guaio ai flessori della coscia sinistra accusato alla vigilia della Lazio lo scorso 22 settembre, guaio che sembrava di lieve entità, ma che via via ha assunto contorni meno sfumati al punto da rimandare sempre più in là il rientro del difensore centrale: e nemmeno questa con ogni probabilità sarà la volta buona. Perché Pongracic a differenza di Kean non ha avuto il via libera dello staff medico neppure ieri ed è una decisione che allontana in automatico la convocazione per Lecce. La speranza resta, ma resta in parallelo la situazione che si è venuta a creare e che impedisce al calciatore (impaziente) di riprendersi un posto in squadra, quanto più cercato e voluto dopo le difficoltà d’inserimento (tattico) e di rendimento (tecnico). Manca Mike Kayode all’appello tra coloro che erano o son sospesi: erano nel suo caso. Rientrato a sua volta in gruppo sempre ieri, il terzino destro sarà tra i convocati per Lecce. l