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Gonzalez e la raffica di acciacchi: la Fiorentina pronta a riabbracciare l’argentino

Francesco Gensini
Gonzalez e la raffica di acciacchi: la Fiorentina pronta a riabbracciare l’argentino

L’esterno è alle prese con i postumi di una tallonite e deve essere gestito. Sarà valutato in vista della sfida europea col Riga: l’obiettivo resta il Bologna

06 settembre 2022
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FIRENZE. Diciotto minuti in cinque partite. Complessivamente. Per dire quanto (poco) ha giocato finora Nico Gonzalez. Le difficoltà della Fiorentina in fase offensiva non si possono non legare all’assenza prolungata dell’argentino: quattro minuti contro la Cremonese nella gara d’esordio del campionato e 14 in quella successiva contro l’Empoli. Colpa prima della contusione all’anca rimediata nell’ultima amichevole estiva a Siviglia e poi, probabilissima conseguenza per il modo di correre con la contusione in atto, della tallonite che ne ha condizionato corsa e movimenti. Ad ostacolarlo soprattutto l’alternanza tra dolore ed efficienza (effimera) da un allenamento all’altro, che impediva all’esterno sudamericano di allenarsi come avrebbe voluto e a Italiano di capire quando poter contarci.

Hanno fatto eccezione i playoff di Conference League, l’evento più importante di questa prima parte di stagione con il divieto assoluto di fallirlo e così gli è stato chiesto un piccolo-grande sacrificio, ma fino ad un certo punto anche lì: Gonzalez ha stretto i denti e c’è stato nella gara d’andata, in cui guarda caso ha segnato il gol dell’1-0 dopo sessanta secondi, ed è invece entrato in quella di ritorno in Olanda per venti minuti scarsi nel finale, ennesima dimostrazione del problema che si ripeteva. E infatti, di ritorno da Enschede con l’Europa finalmente al sicuro, il problema stesso è stato affrontato di petto nell’unica maniera possibile: tenere fuori Nico fino al recupero definitivo. Pur costando molto a Italiano dover rinunciare ad un elemento dal peso specifico così alto nella squadra viola, il tecnico siciliano non l’ha convocato contro Napoli e Udinese, e l’ha inserito nella lista ma solo per rimanere in panchina contro la Juventus. Adesso la “cura del riposo” sta producendo gli effetti sperati. Gonzalez non è ancora al meglio e non può esserlo, tanto meno pagando qualcosa sotto il profilo atletico all’impossibilità di svolgere un programma regolare nelle sedute al centro sportivo, però la tallonite è meno acuta ed è cominciato così il conto alla rovescia. Difficile possa farcela giovedì 8 settembre contro il Riga nella prima giornata della fase a gironi di Conference League, obiettivo possibile invece domenica 11 settembre al Dall’Ara e comunque lo deciderà Italiano di concerto con lo staff medico e il calciatore, ben sapendo che è meglio aspettare un giorno in più. Ma il rientro è lì, auspicato e necessario insieme per garantire alla Fiorentina una risorsa di rilievo, intanto in attacco dove la squadra viola ha faticato e non poco in questo inizio di campionato, come testimonia l’unica rete segnata dopo il 3-2 sulla Cremonese. L’ex Argentinos, poi, è molto di più: è qualità sulla fascia, è assist per il centravanti (Jovic e Cabral non aspettano altro) , è sostanza, è dinamismo in interdizione per contrastare gli avversari. Almeno la miglior versione del Nico visto a Firenze, ovviamente. Se sta bene serve a Italiano e alla Fiorentina, ma serve anche a lui stesso ed è inutile far finta di niente: il vero, grande obiettivo di chi appartiene a una Nazionale (che si è qualificata) in questi ultimi mesi del 2022 è il Mondiale in Qatar.

Esserci o non esserci fa una bella differenza e la gestione delle forze diventa essenziale per farsi trovare pronti: il numero 22 viola, nonostante i guai fisici, ad esempio continua ad avere la fiducia di Scaloni che l’ha inserito nei trentadue pre-convocati dell’Argentina per le amichevoli del 23 con l’Honduras e del 28 con la Giamaica, anche se Gonzalez sa che deve tornare a giocare con una certa continuità per recuperare la migliore condizione e “convincere” definitivamente il proprio Ct. E allora l’appuntamento è già in agenda: più il Bologna del Riga, ma cambia poco. Conta che ci sia.  l

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