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Un “piccolo” telescopio in Toscana ha ripreso un quasar. Perché è un primato internazionale

La postazione a Manciano
La postazione a Manciano

Una storia che inizia dal borgo più stellato dell’Italia peninsulare

08 novembre 2024
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MANCIANO. Un risultato che rappresenta un primato su scala planetaria. E la storia inizia da Manciano, anzi dal cielo di Manciano, il più stellato dell’Italia peninsulare. Proprio le condizioni uniche della volta celeste mancianese hanno permesso di ottenere un risultato di rilevanza internazionale: con un telescopio di meno di due metri di diametro si è riusciti a riprendere un quasar (ovvero un nucleo galattico attivo che ospita un buco nero supermassiccio in accrescimento) oltre le lunghezze d’onda del visibile.

Uno sguardo ai confini dell’universo. A darne notizia l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope Project, che con l’amministrazione comunale sta lavorando per tutelare proprio quel cielo, un unicum nel panorama nazionale e non solo, un luogo dove è possibile vedere le stelle come le vedevano i nostri avi.

La spiegazione

«Mai prima d’ora un telescopio di meno di due metri di diametro si era spinto così lontano nello spazio e indietro nel tempo – spiega Gianluca Masi –. Ad aprile il nostro team aveva diffuso un altro eccezionale risultato: l’osservazione del quasar più lontano rilevabile alle lunghezze d’onda della radiazione visibile. A ottobre è stata compiuta un’altra impresa ancor più memorabile: l’osservazione del quasar Pso J006.1240 + 39.2219, nella costellazione di Andromeda e più lontano del quasar visto ad aprile. Questo oggetto è così distante che la sua luce, osservata oggi dalla terra, è partita 12,9 miliardi di anni fa, quando l’universo aveva 800 milioni di anni, contro l’età attuale stimata in 13,7 miliardi di anni. L’osservazione di simili oggetti estremi presenta una doppia difficoltà: si tratta di sorgenti deboli, data l’immensa distanza da noi, che non si rivelano nel visibile, bensì nell’infrarosso».

Il risultato

E infatti «a nostra conoscenza – prosegue – mai un telescopio dal diametro inferiore ai 180 centimetri si era spinto così in profondità nello spazio e nel tempo: noi ci siamo riusciti con un telescopio di “soli” 350 mm di diametro, anche grazie alla purezza del cielo notturno del luogo. La nostra osservazione, a quanto ci risulta, è inoltre la più profonda mai effettuata da uno strumento operante dal territorio italiano». Un risultato che sarebbe stato giudicato impossibile prima di questa epocale impresa del Virtual Telescope Project e a cui contribuisce la qualità del sito osservativo. «Gianluca Masi è un’eccellenza del settore – spiega il sindaco, Mirco Morini –: il nostro cielo deve essere tutelato: è un patrimonio non solo per noi che viviamo a Manciano ma per tutti e per la ricerca scientifica. A nome dell’amministrazione e della mia comunità ringrazio Gianluca di cuore».

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