L’artigianato toscano diventa Igp. Marmo, ricami, cartapesta: l’elenco delle 58 produzioni tipiche nel registro
La Regione ha inserito una prima serie di “pezzi unici”. L’assessore Marras: «Incentivo ai migliori». In fondo all’articolo tutte le produzioni inserite nel registro
Non solo olio extravergine Dop o vini stellati Docg, salumi e cucina preziosa. La Toscana è ricchezza anche di arti, artigiani, prodotti unici e bellezza di manufatti senza epoca. A dar voce all’universo dell’artigianato e dell’industria dei “pezzi unici”, arriva adesso il primo elenco delle attività produttive Igp (indicazione geografica protetta) stilato dall’assessorato al Sostegno economico e artigianato, piccola e media Impresa e industria della Regione Toscana. Al posto della finocchiona, della sbriciolona, del salame toscano o del lardo di Colonnata questa volta, però, nell’elenco ci sono le cristallerie di Colle Val’Elsa, il merletto di San Sepolcro (Arezzo) o ancora il panno del Casentino o i cappelli di paglia di Signa (Firenze). Potrebbe essere una svolta. L’elenco redatto dalla Regione è il primo passo per l’attuazione di una parte della legge sul made in Italy.
Al suo interno ci sono già 58 attività artigianali e industriali che rendono la Toscana unica nel suo genere; si va appunto dalla coltelleria di pregio di Scarperia, uno dei pochi territori rimasti per questa lavorazione in tutta Italia, all’escavo e lavorazione della pietra serena di Firenzuola, ai ricami e biancheria per la casa del pistoiese, alla selleria in cuoio e pelli in Maremma, alla lavorazione del rame a Pescia fino alla fonderia artistica di Pietrasanta. Molte altre le lavorazioni artigiane e di pregio che coprono tutta la regione. L’indicazione geografica di prodotto potrà essere richiesta dagli artigiani e industriali compresi nell’elenco, che comunque resta un libro aperto da aggiornare, dal 1° dicembre 2025: nel frattempo, le piccole ditte di un determinato settore di lavorazione inserite nell’elenco, dovranno associarsi fra di loro (anche se già iscritte a categorie di associazione di mestiere) per poter accedere successivamente a tutti gli strumenti che il titolo Igp potrà fornire. Le ditte una volta associate dovranno presentare un disciplinare di lavorazione e materiali che permetta la certificazione.
A monte di tutto questo, si trova la direttiva europea 2.411 del 2023, entrata in vigore il 16 novembre scorso, che ha introdotto in tutti gli Stati membri regole certe ed omogenee per proteggere e alzare la qualità dei prodotti artigianali e industriali in tutta l’Unione europea. C’è poco più di un anno di tempo per associarsi e partire con la richiesta del titolo Igp.
«Dare una identità, entità geografica qualificata a molte produzioni storiche che in alcuni casi rischiano anche l’estinzione come numero di imprese e che in altri casi, invece, hanno davanti a sé sviluppo e nuovi mercati – spiega l’assessore regionale alle Attività produttive, Leonardo Marras – l’Igp può essere un elemento di favore commerciale e riconoscimento internazionale. Ci sono aziende piccole ma strutturate cui l’Igp può dare stimolo di sviluppo. Mi viene in mente, in questo caso, la coltelleria di Scarperia, dove oggi sono pochissime le imprese e dove la richiesta di mercato di prodotti artigiani è sicuramente a buoni livelli, se non ottimi».
«Abbiamo adesso, con le associazioni di categoria, lavorare affinché le piccole realtà artigiane si mettano assieme in associazione adottando veri e propri disciplinari, e condividere un percorso che arrivi a riconoscere l’Indicazione geografica protetta – prosegue l’assessore Marras – La Toscana in termine di valore di artigianato artistico e tradizionale è una, se non la più importante Regione italiana». In questa prima fase di lavorazione, il governo ha aperto un bando che finanzia con 30mila euro le associazioni di categoria per la definizione e attuazione di ogni disciplinare. Un finanziamento definito simbolico, per il momento, che comunque intende operare verso la direttiva europea del 2023.
Fra i prodotti artigianali inseriti nell’elenco si trovano la Scagliola fiorentina, un tipo di gesso fine usato in edilizia e in scultura, o il cosiddetto “trench-impermeabile” di Empoli o la lavorazione delle pietre dure di Montaione, la realizzazione delle botti in legno della Rufina (Firenze) , il tessuto cardato di Prato, la nautica di Viareggio, le cornici artigianali in legno di Pistoia, il legno intarsiato fiorentino. Insomma, un insieme di lavorazioni che si tramandano da centinaia di anni. Che con il tempo si sono raffinate, levigate, migliorate, ma che restano forma e sostanza di un artigianato di qualità che arriva poi a finalizzarsi come prodotti di bellezza unica. «L’Igp servirà anche a dare contenuto di valore a questi prodotti in un mercato che cerca unicità e qualità», conclude Leonardo Marras.