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Nove indagati per l’esplosione al deposito Eni di Calenzano, morirono cinque operai. «Tentativi di inquinare indagini» – Tutti i nomi

di Luigi Spinosi
Nove indagati per l’esplosione al deposito Eni di Calenzano, morirono cinque operai. «Tentativi di inquinare indagini» – Tutti i nomi

Le accuse sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni colposo: sette lavorano per Eni e due per Sergen

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CALENZANO. Nove indagati per l'esplosione al deposito Eni di Calenzano che costò la vita a cinque operai. Tra gli indagati sette sono appartenenti ad Eni e due alla ditta appaltatrice Sergen srl. Lo ha annunciato il procuratore Luca Tescaroli in una conferenza stampa. Le accuse sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni colposo.

Il procuratore ha disposto anche un incidente probatorio alla luce dei risultati investigativi fin qui raccolti. Tra i reati ipotizzati anche la rimozione delle cautele infortunistiche.

Si trattò, ha detto Tescaroli, di un «evento prevedibile e evitabile» dovuto a un «errore grave e inescusabile». Sulla base della documentazione di sicurezza rilasciata a Eni a Sergen, e delle attività di Sergen, fonti di innesco, come il motore a scoppio di un elevatore avrebbero generato calore in un'area ad alto rischio in un momento in cui le operazioni di carico delle autobotti erano parallele alle attività di Segen.

Chi sono gli indagati

Patrizia Boschetti, datore di lavoro, committente, responsabile della struttura organizzativa gestione operativa Centro Eni Spa di Roma con competenza sul deposito di Calenzano. Luigi Collurà, condirigente con delega di funzioni sulla sicurezza del deposito Eni di Calenzano. Carlo Di Perna, responsabile manutenzioni e investimenti depositi Centro Eni Spa. Marco Bini, preposto Eni richiedente il permesso di lavoro che ha classificato l’attività di Sergen Srl (impresa appaltatrice, ndr). Elio Ferrara, preposto Eni autorizzante il rinnovo del permesso di lavoro per il 9 dicembre 2024 (il giorno dell’esplosione). Emanuela Proietti, responsabile servizio Protezione e Prevenzione Eni. Enrico Cerbino, responsabile di progetto esterno Eni Spa. Francesco Cirone, datore di lavoro e responsabile servizio Prevenzione e Protezione impresa esecutrice Sergen Srl. Luigi Murno, preposto impresa esecutrice Sergen.

Il tentativo di inquinare le indagini

Secondo la procura sarebbe anche avvenuto un tentativo di inquinare le indagini. Gli investigatori infatti avrebbero trovato una cartella condivisa tra Eni e l’impresa appaltatrice Sergen, che però conteneva documenti successivi al 9 dicembre. E per questo la procura ipotizza un tentativo di ostacolare l’individuazione delle responsabilità che stanno in capo ad alcune figure professionali di Eni.

Le pompe dovevano rimanere chiuse: il calcolo sui mancati guadagni

Quel giorno, continua la procura, le operazioni non sarebbero dovute andare avanti, ma gli investigatori hanno calcolato che se le pompe fossero rimaste chiuse - come avrebbero dovuto da ipotesi accusatoria - si sarebbero persi 255mila euro di introiti.

La nota di Eni: “Impegno a risarcire i parenti delle vittime e i danni civili sul territorio”

"Eni prende atto delle informazioni di garanzia annunciate ed emesse oggi dalla Procura di Prato in relazione all’incidente al Deposito di Calenzano. Come appreso, gli avvisi hanno riguardato responsabili e operatori di aree tecnico operative della Direzione Refining Revolution and Transformation di Eni legate alle attività del deposito, esponenti della ditta fornitrice Sergen, nonché la stessa Eni SpA per la responsabilità ex Legge 231, e consentiranno il proseguo delle attività investigative anche con il coinvolgimento dei soggetti interessati. Eni conferma, come fatto finora, la propria piena e totale collaborazione all’autorità giudiziaria, con la volontà prioritaria di contribuire a individuare le cause e le dinamiche ad esse associate all’origine dell’incidente. Eni conferma altresì il proprio impegno al risarcimento dei parenti delle vittime dell'incidente e, con la maggiore tempestività possibile consentita dai tempi delle attività di perizia, dei danni civili sul territorio, in avanzato stato di definizione complessivo.”

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