Scuolabus a fuoco a Firenze, il racconto dell’autista: «Così ho salvato i bimbi tra le fiamme» – Video
Insieme alla collega hanno creato una catena per portarli giù dal mezzo che stava andando a fuoco. «I genitori? Non mi hanno ringraziato ma non fa niente»
BAGNI A RIPOLI. «Era un gruppetto di bambini di tre anni saliti da poco, avevamo appena iniziato il giro: era scesa solo una bimbetta. Tutti gli altri erano a bordo». Inizia così il racconto di Paolo La Rosa, l’autista che ha messo in salvo i bambini sullo scuolabus a Bagno a Ripoli, quando il mezzo ha preso fuoco mentre si trovava nella frazione di Grassina. Ha 58 anni e da 15 anni guida questi mezzi. Prima era un conducente di mezzi pesanti.
Via le cinture e portati in salvo a braccia
«Abbiamo avuto il tempo io e l’accompagnatrice di metterli tutti in sicurezza: io li prendevo in braccio sopra al bus, li passavo a braccia all’accompagnatrice che li prendeva da giù», racconta La Rosa. «Sono stato veloce perché erano tutti cinturati e ho dovuto fare in fretta. Avevano paura e ho cercato di rassicurarli mentre li portavo in salvo». «Ho ormai una lunga esperienza su questi mezzi e mi sono fermato subito, aperto il cofano e ho visto il fuoco: in quel momento ho fatto scendere tutti i bambini. Abbiamo avuto una grande fortuna, mi sono fermato subito perché vedendo il fumo mi sono detto che c’era qualcosa che non andava. Nel frattempo si era accesa anche una spia per il motore, credo sia stato un problema elettrico».
«Non mi era mai successo prima»
«Devo dire che con uno scuolabus non mi era mai successa una cosa del genere, i bus sono nuovi e perfetti. Sull’impianto elettrico non saprei dire, forse è saltata una centralina. Non credo sia un difetto di fabbrica, non si presenta dopo tutto questo tempo. Ma non sono io che posso fare la verifica, questa è una valutazione solo sulla mia piccola esperienza»
«L’importante è che sono in salvo i piccoli»
«Una signora che sta dove ha preso fuoco il bus ci ha aperto le porte di casa sua, molto gentile, e ha messo a loro agio i piccoli. Se i genitori mi hanno ringraziato? No, ma non importa, l’importante è che stiano bene i bambini. Il resto viene dopo, assolutamente nessun problema»