Firenze fiera, tra gli interessati anche Pitti
Con Milano e Parma anche la città pronta a “studiare” i numeri della società fieristica L’ad Napoleone: «Presto per fare valutazioni precise». Becattini: «Interesse naturale»
FIRENZE. In prima battuta Pitti Immagine, con cui il matrimonio in casa era sfumato prima della pandemia, poi Fiera di Milano, che già l’anno scorso aveva siglato una partnership con l’intenzione di rinsaldare i rapporti e infine la new entry, Fiera di Parma. C’è tanto passato, con il riemergere di antiche suggestioni, nel futuro di Firenze Fiera che cerca un nuovo socio per suggellare il definitivo rilancio della società fieristico-congressuale. Dopo un’estate tormentata con la ricapitalizzazione da 16 milioni di euro degli azionisti pubblici accompagnata da qualche mugugno adesso la sfida è individuare il nuovo partner industriale in grado di sottoscrivere un aumento di capitale da 12 milioni.
«C’è grande soddisfazione. L’impressione, anche se siamo solo alle manifestazioni di interesse, è positiva. Sempre meglio avere più opzioni che non averne, se poi sono di alto livello come in questo caso, ancora meglio», commenta il presidente di Firenze Fiera, Lorenzo Becattini. In tutto sono 4 le società che si sono mostrate interessate ad entrare nella partecipata di piazza Adua, con l’ultima pretendente ancora da svelare in attesa della luce verde della commissione sul rispetto dei requisiti del bando. Nello specifico: l’appartenenza alla categoria degli operatori fieristici e un fatturato cumulativo nel biennio 2021-2022 pari ad almeno 24 milioni, il doppio dell’aumento di capitale da sottoscrivere. Il verdetto arriverà tra qualche giorno anche perché è già delineata la successiva tappa del processo di selezione: l’accesso a una “Data room virtuale”, contenente la documentazione relativa all’operazione con la possibilità di svolgere una due diligence, da concludere con la presentazione delle offerte entro il 23 ottobre. «Vedo la situazione molto positivamente, si è intrapreso un percorso complicato che aveva delle incognite.
Questa è stata la migliore risposta possibile: gli interessati sono società solide e autorevoli, ognuna con delle specifiche molto interessanti. Ci dà una spinta forte per il futuro e ci conferma la valutazione che Firenze Fiera è una realtà con grosse potenzialità», spiega l’assessore comunale a Bilancio e Partecipate, Giovanni Bettarini. Evitando di sbilanciarsi sulle preferenze di Palazzo Vecchio che insieme alla Metrocittà (9% ciascuno) , alla Camera di Commercio fiorentina (29%) e alla Regione (23%) costituisce la maggioranza: «È un procedimento competitivo in cui è giusto vengano fatte le valutazioni tecniche del caso». Non è un mistero tuttavia che a rubare l’attenzione degli attori sia soprattutto il ritorno in campo di Pitti immagine che organizza le kermesse di moda, profumi, cibo e danza appoggiandosi soprattutto alla Fortezza da Basso, fiore all’occhiello di Firenze Fiera, ed ha molto soci in comune facendo parte del Centro di Firenze per la moda italiana (Cfmi) .
«Sarebbe prematuro dire di più visto che non abbiamo ancora avuto la facoltà di verificare specifici elementi su questa ipotesi di ingresso. Nel momento in cui si inizierà a lavorare si faranno delle valutazioni più precise», chiarisce l’ad di Pitti, Raffaello Napoleone, riconfermato a fine febbraio. Ma l’idea di riprendere il filo, a distanza di 4 anni dalla mancata fusione che avrebbe creato un player da 60 milioni di fatturato, c’è. «Pitti è parente nostro, gestiamo molte cose insieme, quindi è naturale l’interesse. Non c’ero allora ma era una fattispecie diversa questa volta invece è concorrere all’aumento del capitale. Possiamo dire che i precedenti ci sono, un altro è Fiera di Milano che avevamo esplorato come ipotesi l’anno scorso», sottolinea Becattini.
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