Empoli, è ora di rincorrere il sogno. Il futuro si tinge tutto d’azzurro
Zanetti è diventato il valore aggiunto di una rosa che ha imparato a osare
EMPOLI. L’asticella si è alzata e ora per l’Empoli è sempre più difficile guardarsi alle spalle, sempre più forte la tentazione di guardare avanti. Una tentazione che Paolo Zanetti proverà a stroncare sul nascere per non perdere l’umiltà e il senso della misura («Non siamo attrezzati per fare altro» ha detto lunedì sera dopo la vittoria a San Siro contro l’Inter), ma che sta nei numeri. Gli azzurri chiudono il girone d’andata con due punti in meno rispetto al fantastico cammino della scorsa stagione, ma sembrano in grado di farne più dei 41 coi quali si è chiusa la gestione Andreazzoli, perché nonostante le partenze di Ricci, Viti e Asllani questo è un gruppo solido che ha tante risorse, individuali e di continuità di risultati.
E dunque, con mezza salvezza in tasca, guardare avanti è inevitabile, a cominciare dal prossimo impegno casalingo col Torino (senza Henderson e Parisi, squalificati) che, grazie ai guai della Juventus e ai meriti dell’Empoli, si è trasformato addirittura in una sfida per l’Europa, distante appena tre punti.
Diciamo che un piazzamento in Conference League in questo momento non può essere un obbiettivo dell’Empoli, perché ci sono squadre più attrezzate, a cominciare dalla Juventus che ha l’handicap della penalizzazione ma finora ha tenuto un passo da Champions. Se non arriveranno altri guai extra-calcistici, quel posto sarà appannaggio dei bianconeri (o magari di altri bianconeri, leggi Udinese) .
Però i risultati di un gruppo arrivano anche grazie a un traguardo che un gruppo si mette in testa. E quel traguardo potrebbe essere più ragionevolmente restare nella parte sinistra della classifica. O perché no? Vincere il “campionato toscano” arrivando davanti alla Fiorentina che era partita con tutt’altre ambizioni e si trova confinata nel limbo.
Molto dipenderà da una serie di incognite. La prima è come finirà questa sessione di calciomercato. Se l’Empoli avrà la forza economica e la voglia di mantenere intatto il gruppo sarà già un buon punto di partenza. La seconda è la condizione fisica, lo stato di salute degli azzurri e quello delle dirette concorrenti, ora che ricominciano le Coppe e c’è da capire quanto e come influirà sul rendimento delle squadre la preparazione anomala nell’anno dei Mondiali a dicembre. La terza è il progresso dei singoli. De Winter, Cambiaghi, Bajrami, solo per fare tre esempi, sono partiti spesso dalla panchina ma si sono fatti trovare pronti e sembrano avere ampi margini di miglioramento. Destro prima o poi tornerà per dare un’alternativa a Caputo. Baldanzi vola sulle ali dell’entusiasmo e nessuno sa che cosa sarà capace di fare.
Paolo Zanetti invece non è un’incognita. A San Siro ha realizzato un sogno, non per caso. La sua lettura della partita è stato il valore aggiunto, in una serata dove invece il suo dirimpettaio Inzaghi ha fatto più di un errore. Il tecnico di Valdagno è allo stesso tempo ambizioso e umile. Conosce i limiti della squadra e i suoi punti di forza. Soprattutto sembra sia riuscito a trovare una buona intesa con tutti i suoi giocatori, facendone un gruppo compatto, che per una piccola è una dote imprescindibile. Finora, salvo l’esordio a Spezia, non ha sbagliato un colpo con le dirette concorrenti per la salvezza e lunedì sera si è finalmente tolto lo sfizio di battere una grande su un campo dove l’Empoli aveva perso 17 volte su 18. Il futuro insomma è roseo, anzi azzurro.
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