Mattia, se il calcio è in famiglia
Cirinei: l’esterno 19enne, speranza azzurra. Il padre segnò al Livorno. In campo anche nonno e fratello
CASTIGLIONCELLO
Se Mattia Cirinei è una giovane - e promettente - leva dell’Us Castiglioncello, a vestire la maglia azzurra è stato a suo tempo anche il padre Leonardo. Mattia, 19 anni, esterno (alto), ha cominciato a giocare nell’Academy Livorno, poi è stata la volta dell’As Livorno, facendo nel vivaio amaranto il percorso fino alla categoria dei Giovanissimi nazionali. Da lì il passaggio alla Portuale Guasticce (Allievi di merito); quindi una stagione alla Pro Livorno 1919 Sorgenti (Allievi élite) e due al Cenaia (Juniores élite e prima squadra). Ora è appunto in forza alla compagine castiglioncellese di 1.a categoria. Dove si trova a proprio agio (“sto bene coi ragazzi, è un buon gruppo”).
La società?
“E’ un bell’ambiente”. “Glielo avevo detto, ricordandomi di quando c’ero io” dice papà Leonardo. In tempi di coronavirus Mattia fa più o meno le stesse cose che faceva prima, solo individualmente, stando a casa. Col gruppo delle chat-allenamento, a seguire il programma che settimanalmente propone il tecnico Gabriele Citi. E al contempo studia; è al primo anno di Chimica e tecnologia farmaceutiche, all’Università di Pisa.
Ma in campionato qual è la formazione che ti ha impressionato di più?
“A parte la prima in classifica Saline, molto organizzata, dalla mentalità vincente, con diversi elementi di categoria, il Venturina; ma a livello di gioco non sono superiori a noi”.
Il più bel ricordo della stagione conclusa anzitempo?
“La semifinale di Coppa Toscana, col gol all’ultimo di Faraoni: uno dei nostri obiettivi, dei più grossi traguardi. Poi la soddisfazione, a livello personale, dei quattro gol fatti”.
Conoscevi qualche compagno di squadra quando sei arrivato a Castiglioncello?
“Sì, Cosimo Macchia, che ha la mia età, eppoi Maicol Cirinei, che a novembre si è infortunato, il cugino del mio babbo”.
Già, il babbo… dicevamo.Centravanti. Classe ’71, originario di Nibbiaia, una volta sposato si trasferì a Livorno. Lui col calcio ha iniziato a Rosignano Solvay, approdando anche in prima squadra, allenatore Bergamo, fra i compagni Landi, Motroni; nell’amichevole estiva con il Livorno riuscì anche a far gol. Dopo gli anni in biancoblù (ultimo mister, Ilvo Bianchi) passò al Castiglioncello, negli Under 18 di Luigi Monti, con cui vinse il campionato (davanti, con lui, c’erano Gabriele Citi, Simone Frassinelli e Daniele Marinari). Una volta arrivato nella formazione maggiore (in rosa c’erano fior di giocatori come Disegni, Melani) ebbe per allenatori Bellini, Chesi, Campana, Corti. Successivamente, altri approdi: Saline di Volterra, Pomarance, Juventus Lari, Gabbro e Guasticce. Ma la famiglia Cirinei fa un poker calcistico. Gli altri due? Il fratello di Mattia, Samuele, classe 2006, che milita nella Pro Livorno Sorgenti, e il nonno Mauro, che è del ’43 ed ha giocato negli Amatori con la squadra del suo paese: Nibbiaia. —
fabrizio cavallini