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Firenze, due clochard trovati morti in piazza Tasso a poche ore di distanza l’uno dall’altro

Firenze, due clochard trovati morti in piazza Tasso a poche ore di distanza l’uno dall’altro

Erano due uomini italiani, senza fissa dimora, fra i 50 e i 60 anni. Sarebbero morti per cause naturali: il primo prima di mezzanotte, il secondo questa mattina

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FIRENZE Due clochard morti a distanza di poche ore l’uno dall’altro in piazza Tasso a Firenze. In un caso le circostanze del decesso sono ancora da chiarire ma dalle prima indagini si tratterebbe in entrambi i casi di morte per cause naturali. Due episodi che però di colpo risollevano le condizioni dei senza fissa dimora in città. Il primo uomo, un cinquantenne, sarebbe stato trovato morto ieri sera prima di mezzanotte. Sul posto è intervenuta una volante della polizia e poi l’ambulanza. L’uomo, conosciuto dai servizi sociali, era ospite all’albergo popolare ed è ancora da capire perché si trovasse lì. Il secondo è stato trovato morto stamani mattina e, nonostante le unità di strada avessero provato più volte a convincerlo a dormire in una struttura comunale, non avrebbe mai accettato. In questo caso sono intervenuti i carabinieri insieme al medico legale e ai soccorritori del 118. Due morti che adesso però mobilitano i residenti che chiedono più attenzione per le persone fragili che frequentano la piazza. E proprio per questo organizzano un presidio stasera, 10 aprile, alle 19. 

“Stanotte in Piazza Tasso sono morte due persone, tra quelle che ogni giorno, e ogni notte, vivono in questo spazio comune – scrive un comitato di abitanti – . È una notizia che ci colpisce e che non possiamo ignorare, come spesso succede quando leggiamo distrattamente una notizia di questo tipo sui giornali.
Piazza Tasso è il cuore del nostro quartiere, uno dei pochi spazi pubblici e aperti rimasti: luogo di incontro, di gioco, di passaggio, di scambio. Ogni giorno è animata da bambini, genitori, abitanti del quartiere, persone di passaggio, mercatini e iniziative, ma anche da persone in difficoltà. Questa pluralità è la sua ricchezza, ma rappresenta anche una responsabilità. Per questo vorremmo invitare tutta la comunità che vive e attraversa questo luogo a venire in piazza, creando uno spazio di confronto, presidio e cura, dove parlare di quanto è successo, cosa ci ha portato fino a questa tragica notte e cosa significa, per noi tutti, abitare insieme questo luogo.  Anche se si dovesse trattare solo di un momento terapeutico e di vicinanza per chi in questo momento è in quel giardino, riteniamo importante esserci. Venite a mani vuote o, se volete, portate con voi una sedia, un pallone, del cibo, musica, o semplicemente un pensiero da condividere. Il silenzio non piace a questa piazza, prendiamoci la responsabilità di romperlo”.

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