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Il caso

Cassazione, c’è la sentenza sul porto di Cecina: accolto un reclamo su tre

di Ilenia Reali

	L'ingresso al porto di Cecina
L'ingresso al porto di Cecina

La Corte rimanda all’Appello: i tempi si allungano ulteriormente. Presto l’incontro tra Comune, Porto e Setha sulla convenzione

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CECINA. La tanto attesa sentenza della Corte di Cassazione sul Porto di Cecina è stata pubblicata. E il risultato non è stato così scontato.

Sui tre reclami avanzati dall’azienda creditrice Sales e relativi all’omologa del concordato preventivo della Porto di Cecina, uno è stato rigettato, un secondo accolto e un terzo ritenuto inammissibile. Le questioni sono tutte squisitamente tecniche e collegate all’omologa del concordato. Il secondo, per cui la Corte rimanda alla Corte d’appello, riguarda l’ammissione al voto di coloro che avevano firmato i contratti preliminari per i posti barca (per un importo complessivo di poco meno di 13,4 milioni di euro) e “sulla mancanza di certezza della stipulazione (dei contratti ndr) in un momento anteriore rispetto a quello della formale apertura del concorso”, cioè della procedura concordataria.

La Cassazione, si legge sempre sulla sentenza, “proprio con riferimento a scritture private non registrate né autenticate riportanti la stipula di contratti preliminari di vendita di immobili (…) stabilisce che la data della scrittura privata della quale non è autenticata la sottoscrizione non è opponibile a terzi, tra i quali certamente rientra la massa dei creditori dell’imprenditore che abbia chiesto l’ammissione al concordato preventivo”.

Una sentenza, per molti, inattesa che chiaramente spariglia la situazione. Intanto a partire dai tempi. Ripartire dall’Appello significa che per avere la sentenza definitiva servirà almeno un anno, in base alle valutazione che stanno facendo gli addetti ai lavori, un tempo che forse la procedura non ha dal momento che la scadenza del concordato era il 31dicembre.

Cosa accadrà? E’ questa la domanda che tutti si fanno. C’è da capire se, con questa sentenza che manda la palla “ancora più lontana”, Setha, come ha dichiarato confermerà di acquistare il porto (uno dei vincoli previsti, di fatto, permane) ma anche cosa deciderà di fare il commissario giudiziale Franco Paganelli e di conseguenza il giudice del Tribunale.

Se è vero che la conferma dell’offerta vincolata di acquisto da parte di Setha e un concordato che sulla carta garantisce l’80% ai fornitori, si revoca con difficoltà è anche altrettanto vero che con un ulteriore allungamento dei tempi potrebbe arrivare una richiesta da parte di eventuali potenziali acquirenti, in caso di fallimento e con prezzi inferiori, a “bloccare” la procedura.

A Cecina si parla da tempo di un eventuale interesse di Sales, maggior creditore, che però non conferma.

Resta inoltre sul tavolo il tema della convenzione. Forse il vero nodo dell’intera vicenda.

Setha, Comune di Cecina, Porto di Cecina e rappresentanti della procedura dovranno sedersi a un unico tavolo per capire cosa fare. La data dell’incontro dovrebbe essere fissata a breve. Da una parte c’è Setha che vuol rivedere i termini della convenzione (che prevede la realizzazione di un nuovo ponte sul fiume Cecina e il pagamento dei lavori sull’argine destro e sinistro), dall’altra il Comune che si è dichiarato pronto a ritrattare i termini ma non prima dell’acquisto «per evitare di andare a ledere l’interesse collettivo» dal momento che la convenzione non è solo il frutto degli oneri di urbanizzazione (diminuiti per effetto della variante urbanistica che consente di costruire meno di quanto previsto inizialmente) ma anche di accordi legati alla cessione di terreni pubblici.

Setha invece vorrebbe, costruendo meno, dover pagare meno opere ma soprattutto non dover rimborsare le opere che presto la Regione realizzerà sul fiume.

Posizioni che proprio nell’incontro dovranno allinearsi. In mezzo la Porto di Cecina, i creditori e i soci.

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