Viareggio, muore paziente psichiatrico: ipotesi omicidio volontario
Indagato un altro ospite della struttura di accoglienza in cui viveva la vittima
VIAREGGIO. Una vita difficile che si è conclusa nel peggiore dei modi: trovato agonizzante, intorno alle 7 del mattino, in terra, nella camera in cui viveva all’interno della struttura residenziale psichiatrica socio-riabilitativa a più elevata intensità assistenziale. Se in un primo momento la Procura di Lucca (sostituto Procuratore Enrico Corucci) aveva deciso di procedere per omicidio colposo a carico di ignoti, disponendo l’autopsia, oggi si apprende che il reato ipotizzato è diventato omicidio volontario. A carico di un altro ospite della stessa struttura, destinatario di un’ispezione – del tipo definita a persone e luoghi – che è stata effettuata nei giorni scorsi. Per le indagini la Procura ha delegato la polizia di Stato del commissariato di Viareggio.
La ricostruzione
L’uomo, un versiliese di 70 anni – una volta scattato l’allarme per le condizioni in cui si trovava – era stato trasportato d’urgenza al Pronto soccorso dell’ospedale Versilia. Dove i sanitari non avevano potuto fare niente per salvargli la vita: data la gravità delle ferite riportate, l’uomo era deceduto il giorno successivo. Esaminate le lesioni, lo stesso ospedale ha ritenuto di trovarsi di fronte a qualcosa di più di una caduta accidentale. E così il caso è stato segnalato alla Procura, che si è messa al lavoro.
La successiva autopsia «ha ritenuto mortale il colpo alla nuca, al cervelletto», spiega al Tirreno l’avvocato Gabriele Dalle Luche al quale si sono rivolti i parenti dell’uomo deceduto. Il quale aveva anche altre ferite, oltre a quella che sarebbe stata determinante nel costargli la vita. Familiari e legale hanno valutato anche di avvalersi della consulenza di un medico legale di fiducia. Oltre a valutare la richiesta di ulteriori accertamenti.
Al momento, l’uomo indagato rimane ospite della stessa struttura, come conferma il difensore, avvocato Debora Ianniello. Data la delicatezza della vicenda, entrambi i legali sono molto cauti nel rilasciare ulteriori dichiarazioni. E saranno i successivi passi decisi dalla Procura a fornire elementi di maggiore chiarezza sia sui fatti che sulla scelta di procedere per omicidio volontario. Dalla struttura precisano che, al momento, niente risulta né a carico di chi la dirige e neppure a carico degli operatori che sono in servizio sull’intero arco delle 24 ore. «Sappiamo solo che una persona è morta e che è venuta la polizia a effettuare i rilievi», così la posizione dei gestori della struttura che opera in stretto rapporto con il Servizio di salute mentale della Asl.