Viareggio, investito e ucciso dal Suv: cosa è stato fatale secondo l’autopsia. Spuntano nuove immagini più chiare
L’omicidio in Darsena: il 52enne stroncato da emorragia interna. Le altre manovre della donna avrebbero procurato ferite non letali
VIAREGGIO. Quelle immagini hanno fatto il giro del mondo: il Suv che, in via Coppino, si getta contro un uomo a piedi, lo scaraventa a terra e poi – fotogramma dopo fotogramma – appare come urtare più volte il corpo ormai riverso sull’asfalto.
Era la sera piovosa dell’otto settembre 2024: alla guida dell’auto c’era l’imprenditrice balneare Cinzia Dal Pino, l’uomo a piedi era Noureddine Mazgui, 52 anni, il quale aveva rubato alla donna la borsa, dal sedile dell’auto in sosta nella stessa via Coppino.
Cosa dice l’autopsia
Adesso l’esito della autopsia, eseguita dal medico legale Stefano Pierotti, fissa nero su bianco che – verosimilmente – a uccidere Noureddine (detto Said) è stato il primo impatto con il Suv di Dal Pino.
Da quel primo colpo l’uomo non avrebbe avuto scampo: la morte – secondo l’autopsia – è sopraggiunta nel giro di attimi. Certo, sul corpo sono state riscontrate anche altre ferite, oltre alle numerose fratture dovute al primo impatto con la grossa auto: ma tutte di lieve entità e non letali, secondo il medico legale incaricato dalla Procura (pm Sara Polino).
Medico legale che descrive – di fronte al cadavere di Said – ferite da stiramento, come se l’uomo fosse stato tirato. Ma, l’analisi del tecnico, è che questo tipo di ferite sia compatibile con il primo impatto tra Suv e corpo, con il 52enne sbattuto contro la vetrina di una attività commerciale della via Coppino.
La relazione tecnica e nuove immagini
In Procura è arrivata anche la relazione tecnica chiesta dal pm. Tra le immagini delle telecamere – così si apprende dalle prime indiscrezioni – ci sono anche quelle di un altro impianto che offre una visione più ampia rispetto a quello dell’attività davanti alla quale si è consumato il dramma. L’auto di Cinzia Dal Pino viene immortalata mentre lascia via Coppino dirigendosi verso il mare, per poi fare inversione e tornare in via Coppino, ripassando senza fermarsi dal punto in cui Said giaceva, ormai cadavere. Per poi raggiungere il ristorante della cena per restituire l’ombrello che le era stato prestato.
I legali della famiglia di Said, in attesa di avere in mano tutti gli atti della Procura, stanno valutando la nomina di un proprio consulente medico legale. All’epoca dell’autopsia la nomina non era stato possibile. C’erano, infatti, ancora problemi di riconoscimento dell’uomo, che si presentava con un altro nome, e non è stato facile arrivare a individuarlo in Noureddine Mazgui, per poter rintracciare la famiglia e completare la pratica del riconoscimento ufficiale così da riuscire a rimpatriare la salma.
Cosa è successo quel giorno
L’uomo – che viveva in Italia da molti anni e aveva avuto qualche precedente penale, ma non per fatti legati agli stupefacenti – aveva afferrato la borsa dall’auto di Dal Pino mentre la stessa stava permettersi al volante e fare ritorno a casa dopo una cena tra amici in un ristorante di via Coppino. Vistasi derubata – così la ricostruzione fornita dalla stessa Dal Pino – ha inseguito il ladro fino alla zona di via Coppino dove si è consumata la tragedia immortalata dalle telecamere che fissano il momento in cui il Suv investe Said che camminava a piedi senza neppure avere particolare fretta. Di sicuro l’uomo non si aspettava la reazione della donna. E la macchina che gli piomba addosso lo coglie di sorpresa, senza dargli nessuna possibilità di fuga.
Cinzia Dal Pino è stata arrestata il giorno successivo e oggi si trova agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Per lei l’accusa, confermata dal Gip Alessandro Trinci è quella di omicidio volontario. Difesa dall’avvocato Enrico Marzaduri, Dal Pino ha sostenuto che Said – al momento di impossessarsi della borsa appoggiata sul sedile dell’auto – aveva in mano un coltello. Arma che gli inquirenti non hanno mai ritrovato.
La donna ha sempre dichiarato – come più volte spiegato dal suo legale – di non avere avuto intenzione di uccidere, ma di voler recuperare la borsa che conteneva documenti, denaro e le chiavi di casa, spaventata dal fatto che l’uomo potesse tentare di rubare anche nell’abitazione in cui Dal Pino vive con la famiglia.
Nei giorni successivi all’omicidio di Said, in Darsena ha sfilato una manifestazione indetta da quella parte di città che ha giudicato inaccettabile quanto accaduto, a cominciare dal fatto che nessuno ha il diritto di stroncare una vita. Ma Viareggio si è divisa duramente su quanto accaduto la sera dell’otto settembre scorso, dando vita a un clima che ha visto centinaia di persone schierarsi con Cinzia Dal Pino e il gesto estremo compiuto.
Adesso – una volta che la Procura dichiarerà la chiusura indagini – sarà fissata l’udienza preliminare. E lì si definirà se il legale di Dal Pino sceglierà o meno la formula del rito abbreviato per la propria assistita.