Il Tirreno

L’allarme

Marina di Carrara, storico bagno semidistrutto: in cosa è stato “trasformato” e il suo destino

di Giovanna Mezzana

	Come si presenta il Bagno Marino
Come si presenta il Bagno Marino

La concessione balneare è decaduta, ed è tornata nelle mani del Comune

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MARINA DI CARRARA. Lo storico Bagno Marino è semidistrutto e chiunque può entrare nello stabilimento: sia dall’ingresso principale che dà su viale Amerigo Vespucci, che dalla spiaggia: il cancello in legno è aperto; sul fronte spiaggia, è stata strappata la rete verde che proteggeva lo “chalet” marino. All’interno c’è la devastazione: anche senza violare la proprietà privata, basta affacciarsi per rendersene conto. Che peccato che sia ridotto così un immobile d’impresa che solletica l’appetito di chi ha qualche possibilità d’investire – basta tendere le orecchie per scoprire che a Carrara non in pochi hanno accarezzato l’idea di candidarsi a gestirlo – e che potrebbe offrire servizi. Ridotto così, invece, è uno sfregio alla spiaggia nostrana. E la stagione balneare è a un tiro di schioppo: già con le festività pasquali, si sa, residenti e vacanzieri battezzano la frequentazione del litorale apuano.

Ecco com’è

Tra il Bagno Paris e il Bagno Graziella, a poche decine di metri dalla Rotonda di Marina di Carrara e procedendo in direzione Marinella, c’è il Bagno Marino, la cui concessione demaniale marittima (la numero 48/99) è decaduta per tornare così sotto l’egida dell’Amministrazione comunale. Iniziamo dal versante-spiaggia: è circondato da bottigliette di plastica, salvagenti bucati dei bambini, immondizia variegata. La rete verde-che ancora c’è è stata tranciata, divelta, e il varco è agevolmente percorribile: certo, per un bambino che entrasse lì c’è pericolo. All’interno, molte cabine hanno le porticine aperte, l’immondizia è ovunque, parti della struttura sono distrutte, i complementi in legno sono gonfi di acqua piovana e malmessi, nel giardino sul davanti ci sono sacconi neri. Qualcuno dice che ci siano anche luci accese in uno dei locali. Sul caso Bagno Marino accende i riflettori il consigliere comunale, capogruppo di Fratelli d’Italia, Massimiliano Manuel.

«Terra di nessuno»

I fronti che si aprono sono più di uno. C’è, innanzitutto, il rischio che quello diventi – ma c’è chi dice già lo sia – un luogo “ideale” per delinquere: per esempio, per scambiare sostanze stupefacenti: «La situazione in cui si trova il Bagno Marino – dice Manuel – desta preoccupazione per la sicurezza urbana, soprattutto di notte e per gli stabilimenti limitrofi. È “terra di nessuno”, approdo per chi non ha una dimora e non solo, che entra senza difficoltà e peggiora una situazione di per sé già compromessa».

Conto alla rovescia

Manuel mette il fiato sul collo all’Amministrazione della sindaca Serena Arrighi. Dal punto di vista delle carte bollate, del resto, la vicenda è chiusa. Il Consiglio di Stato – che si è pronunciato di recente su un ricorso presentato dall’ormai ex concessionario – ha stabilito che Palazzo civico agì legittimamente quando fece decadere la concessione balneare dopo avere accertato una situazione di morosità del concessionario, relativa ai canoni demaniali. «Decaduta la concessione e tornata nelle mani del Comune – dice Manuel – l’Amministrazione civica dovrebbe deciderne le sorti. A breve». Prima del Consiglio di Stato già il Tar aveva dato ragione al Comune: «”Prendiamo atto della sentenza e nei prossimi giorni ragioneremo in giunta sul futuro dell’area”, aveva commentato l’assessore Mario Lattanzi – rammenta Manuel – Sono passati già mesi e quindi chiedo: è stata presa una decisione? La stagione balneare è vicina». Bussando alla porta di piazza II giugno emerge che la giunta Arrighi è nella fase in cui sta cercando di comprendere quali siano le proprie competenze rispetto agli altri soggetti in gioco: ovvero, il Demanio marittimo e la Capitaneria di porto.

Estate 2025

Intanto ci si chiede se anche quest’anno la spiaggia che fu del Bagno Marino sarà allestita come spiaggia libera: in tal caso, «rispetto al passato – annota Manuel – e alla luce dei disagi già sopportati dai titolari degli stabilimenti adiacenti, sarebbe auspicabile una maggior accuratezza, quella che la posizione dovrebbe suggerire». La questione più pressante e senza dubbio la pulizia, il decoro. «Dopodiché se non ci sono i tempi per affidare la concessione demaniale – propone Manuel – si potrebbe almeno prendere in considerazione la possibilità di affidare la struttura per offrire servizi», dalle toilette al ristoro. C’è da scommettere che i candidati non mancherebbero. 
 

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