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Francesco Bergamini, l’uomo che insegnò a Viareggio a scoprire le proprie radici

Francesco Bergamini, l’uomo che insegnò a Viareggio a scoprire le proprie radici<br type="_moz" />

Sabato 28 dicembre nella sede della Croce Verde si celebra la figura del fondatore e primo direttore del Centro Documentario Storico della città

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Viareggio. Sabato 28 dicembre si ricorda il ventennale della scomparsa di Francesco Bergamini. E all’interno della Sala Barsanti della Croce Verde di Viareggio, è in programma una nutrita e interessante serie di incontri, con presentazione di libri, incentrati sulla figura di un personaggio che, davvero, ha dato molto alla sua città. Appuntamento che culminerà con la consegna dei tre riconoscimenti relativi alla prima edizione del “Premio Francesco Bergamini”. Ma chi era quest’uomo che in molti, ancora oggi, ricordano con grande affetto e stima? Per raccontarlo, spero nel modo migliore possibile, ho incontrato Paolo Fornaciari che di Bergamini fu prima collaboratore e poi prosecutore della straordinaria intuizione ed esperienza che è stata, che è, il Centro Documentario Storico. Ho avuto la fortuna, inoltre, di poter visionare in anteprima un interessante lavoro di ricerca che, attualmente, sta portando avanti Riccardo Bertini, il cui titolo provvisorio è: “Uno storico che voleva essere chiamato cronista”.

Francesco Bergamini nasce a Viareggio cento anni fa, il 4 settembre del 1924. Frequenta l’Istituto Piaggia e passa, poi, all’Istituto magistrale di Massa dove si diploma. All’arrivo della guerra viene arruolato nel “Bando Graziani” nel grossetano, reparto che poco dopo abbandona per passare agli Alleati, coi quali risale fino a Massarosa. È una figura che non passa inosservata. Alta statura, volto ben delineato, espressione di uno che è attentissimo, dedito a un ideale.

È il 20 ottobre del 1944 quando viene assunto, a tempo determinato fino al 31 ottobre, presso l’Ufficio Annonaria con la qualifica di scritturale giornaliero. Un incarico rinnovato trimestralmente nel corso degli anni, tanto che il 24 novembre 1950 lo troviamo tra il personale impiegatizio avventizio.

Trasferito all’ufficio Protocollo ed Archivio si occupa, anche, dell’ufficio Comunale per le relazioni pubbliche, istituito dal Comune il 1° novembre 1956. Il 10 giugno 1957 esce, curato da Bergamini, il primo numero del “Notiziario dell’U.R.P.”. È un periodico di poche pagine, battute a macchina e ciclostilate, che viene spedito per posta ai capifamiglia della città. Oltre alle notizie sull’attività amministrativa e dell’ufficio relazioni con il pubblico, nel Notiziario vengono pubblicate “curiosità storiche”. Nel primo numero l’articolo di Bergamini, “I confini amministrativi della città di Viareggio nell’anno 1957”, è tratto dal registro delle deliberazioni del Magistrato civico e del consiglio dei Priori della città di Viareggio dell’anno 1857. In altri numeri vengono inserite, con il nome di “Effemeridi cittadine” e “Date storiche della città”, piccole rubriche che, da subito, generano interesse e curiosità tra i lettori. Possiamo dire che con questa operazione Bergamini anticipa i compiti e le funzioni delle attività d’informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni.

Proprio questo suo nuovo ed originale impegno lo mette in contatto con le problematiche di salvaguardia e di promozione della storia locale creando così le premesse per l’organizzazione dell’archivio del Comune di Viareggio e per l’istituzione, nel 1964, del Centro Documentario Storico, di cui è fondatore e direttore fino al 1977 quando decide di andare anzi tempo in pensione. Il suo interesse e il suo amore per la storia di Viareggio sono testimoniati da molte e interessanti iniziative. Prima ha realizzato, insieme al collega Marco Palmerini, una serie di pubblicazioni – “Viareggio e la sua storia” – articolate in sei volumi monografici che hanno raccontato la storia della città dalle origini agli inizi dell’Ottocento. Nello stesso periodo Bergamini dà vita al mensile di cronaca e storia «Viareggio ieri». La rivista esce in edicola dall’ottobre 1964 fino al marzo 1967. Direttore responsabile era Francesco Bergamini, redattore capo Carlo Alberto Di Grazia con un comitato di redazione formato da Giuliano Bimbi, Adolfo Lippi, Silvio Micheli, Leone Sbrana. La progettazione grafica della copertina era di Franco Signorini. Un numero costava 200 lire, arretrato il doppio. Nel primo numero apparvero articoli di Mario Tobino, Bergamini, Leone Sbrana, Antonio Manfredi, Fraber, Carlo Alberto Di Grazia, Adolfo Lippi, Fulvio Puccetti ed era presente un nutrito e affascinante album fotografico. La rivista, se pur durata solo tre anni, portò un contributo importante alla Viareggio di ieri, grazie anche al ricco repertorio di immagini immortalate da Giuseppe Magrini, un pioniere della fotografia, che tra fine ottocento e primi anni del novecento, immortalò, con migliaia di scatti, momenti di vita e di lavoro, personaggi illustri, luoghi e costruzioni cittadine. “Viareggio ieri” ebbe una seconda edizione negli anni 1988-89 e una terza, chiamata “Nuovo Viareggio ieri”, negli anni 1992-1994.

In campo editoriale vengono pubblicati libri come “A Viareggio con il treno dei ricordi” e “Viareggio racconta...”. Nel 1986 esce “Le mille e una… notizia di vita viareggina 1169/1940”, una vera e propria pietra miliare dell’editoria locale, presente in tantissime librerie delle case viareggine. È un lavoro che si sviluppa nell’arco di alcuni anni con migliaia di schede che Bergamini aveva con pazienza realizzato ed arricchite con ulteriori dati ricavati da libri, giornali e riviste. È un volume questo che, come lo definisce l’autore, non vuol essere un libro di storia, ma un libro per la storia di Viareggio. Le pagine riportano, nella semplicità cronachistica, una puntigliosa ed esauriente «rievocazione di fatti susseguitisi nell’arco di otto secoli, anno per anno ed addirittura giorno per giorno, lungo le rive del Burlamacca».

Da non dimenticare, poi, l’importante contributo alla storia della Resistenza, concretizzato collaborando attivamente a tutte le iniziative dell’Anpi della Versilia e scrivendo, insieme a Giuliano Bimbi, l’apprezzata opera “Antifascismo e Resistenza in Versilia”. Valido e instancabile operatore culturale, ha realizzato alcuni documentari audiovisivi di storia contemporanea e di costume e ha collaborato a diversi programmi radiotelevisivi, fra questi ricordiamo la serie “Viareggio racconta”, trasmessa alcuni decenni fa da Televersilia, e ha firmato numerosi articoli di storia locale sulle pagine de “Il Telegrafo”, “La Nazione” e “Il Tirreno”.

Francesco Bergamini muore, come abbiamo scritto in apertura, il 28 dicembre 2004, portato via da un tumore, con il quale aveva convissuto per tanti anni. Dal 2005 gli è stato intitolato il Centro Documentario Storico che ha sede all’interno del Palazzo delle Muse in Piazza Mazzini.

«Il Centro – come sottolinea Paolo Fornaciari – oltre alla sua normale funzione di archiviazione e catalogazione delle pratiche e dei documenti che costituiscono le varie sezioni dell’archivio comunale, rappresenta sempre più un momento importante di promozione, di studio e di divulgazione della storia locale, intesa non come esclusiva acquisizione di memorie, di fatti e di personaggi del passato, ma come conoscenza critica della realtà in cui viviamo. Ripensando, invece, al suo ruolo e al suo impegno nel contesto della storia di Viareggio – prosegue Fornaciari – ricordiamo che egli non amava sentirsi definire storico, ma preferiva essere considerato un semplice cultore di memorie locali. Per questi motivi, quindi, non possiamo che affermare che egli ha dato un contributo unico e originalissimo alla valorizzazione della storia e della cultura di Viareggio».

Una figura che, in conclusione, ci piace ricordare, ed omaggiare, con le parole scritte dal grande Mario Tobino, a cui era legato da fraterna amicizia e con il quale condivideva l’amore per la storia di Viareggio. Le troviamo all’interno di “Sulla spiaggia e di là dal molo”, nel capitolo “Come faremo a dire tutto”: «Bergamini che per primo ci disse il nerbo delle storie marine». l

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