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Rigassificatore, aumenta il fronte che lo vuole a Piombino: ora anche gli industriali. La politica fa ping-pong

di Luca Centini
Rigassificatore, aumenta il fronte che lo vuole a Piombino: ora anche gli industriali. La politica fa ping-pong

Bigazzi: «Il costo dell’energia è un problema; e questa è una possibilità concreta»

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PIOMBINO. Quasi due anni fa. Sembra passato un secolo. Le manifestazioni di piazza, i ricorsi al Tar e le proteste della politica non bastarono a impedire l’arrivo nel porto di Piombino della Golar Tundra, oggi ribattezzata da Snam con il nome Italis LNG. Nessuno (o quasi) la voleva quella nave, o almeno quello fu il messaggio lanciato dalla città della Toscana. Ecco, sembra un paradosso. Dopo quasi 24 mesi c’è chi invece, a Piombino, chiede a gran voce che il terminal gas resti nel porto, nonostante l’autorizzazione rilasciata a suo tempo dal commissario straordinario al rigassificatore Eugenio Giani imponga a Snam di spostare la Italis entro luglio del 2026. Ha fatto discutere nella città della Toscana la presa di posizione degli operatori e delle imprese portuali che, con una nota congiunta, hanno chiesto esplicitamente alle istituzioni di ripensare alla decisione di spostare il rigassificatore dal porto di Piombino. Gli operatori considerano quello del Gnl «l’unico traffico portuale che negli ultimi anni ha dato ossigeno al cluster marittimo piombinese».

La posizione degli industriali

Del resto alla banchina Est della darsena Nord del porto di Piombino hanno attraccato dal luglio 2023 ad oggi 50 navi gasiere cariche di gas naturale liquefatto. Attività che, secondo gli operatori, hanno dato respiro a un porto in netta difficoltà per volume di traffici marittimi. «Trasferire la nave sarebbe un errore imperdonabile», hanno spiegato gli operatori. Il loro appello è stato raccolto proprio in queste ore da Confindustria che, per voce dal presidente della Toscana e della Toscana Centro e Costa, Maurizio Bigazzi, esce allo scoperto. «Lasciare la nave rigassificatrice e completare tutte quelle infrastrutture utili agli insediamenti industriali e allo sviluppo del porto, potrebbe essere un ulteriore acceleratore per il rilancio industriale di Piombino – dice –. Il costo dell’energia è un problema; e la nostra possibilità strategica, per il sistema paese di acquistare il gas, passa anche dalla Italis LNG».

Il ping pong ligure-toscano

Il messaggio è forte e chiaro, dunque. Ma non è scontato che venga recepito dalla politica e dalle istituzioni, impegnate in un ping pong ligure-toscano dal quale si stenta a vedere la fine. Sì, perché la Italis, secondo l’autorizzazione rilasciata dal presidente Giani, dovrà lasciare la banchina nel 2026. Questo, nonostante i piombinesi ci credano il giusto. La destinazione scelta per il trasferimento della nave è Vado Ligure, ma è notizia recente che il consiglio regionale della Liguria abbia votato all’unanimità contro il trasferimento. L’amministratore delegato di Snam Stefano Venier, solo pochi giorni fa, ha spiegato che nel budget della società ci sono le risorse necessarie per lo spostamento della nave, rimettendosi alle decisioni delle istituzioni.

La politica chiede che vada via

Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari ha precisato pubblicamente come l’iter per trasferire la nave in Liguria sia ancora in piedi. E se non lo sa lui, primo cittadino di Fratelli d’Italia, stesso partito della presidente del consiglio Giorgia Meloni, non lo sa nessuno. Del resto il pallino, ha fatto capire più volte il presidente della Regione Eugenio Giani, è in mano al governo. Nel frattempo in città il consiglio comunale ha votato all’unanimità, fatta eccezione per il gruppo Rifondazione – M5S che comunque la nave la vuole veder partire, una mozione che assicuri il trasferimento nei tempi previsti. E mentre i comitati puntano il dito contro gli operatori portuali accusandoli di guardare solo alle proprie tasche, le compensazioni sbandierate prima dell’arrivo della nave – dalle opere pubbliche agli sconti in bolletta – sono rimaste sulla carta. Insomma, tutti vogliono vedere la Italis lontana dal porto. Tutti tranne chi sul porto ci lavora. l


 

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