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Stazzema, in un mese nati 22 agnellini neri: la storia dell’imprenditrice e perché è un evento eccezionale

Silvia Pieruccioni con una delle sue pecore e il pascolo
Silvia Pieruccioni con una delle sue pecore e il pascolo

A inizio estate era partita come ogni anno con le sue pecore da Volegno, con l’aiuto del suo cane

21 ottobre 2024
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STAZZEMA. All'azienda agricola Il Casale di Volegno sono nati, nel giro di un mese, 22 agnellini neri. Un fatto salutato in modo positivo dall’amministrazione comunale di Stazzema. Perché seppure si tratti di un evento praticamente annuale, anche se di solito avviene in un tempo più ampio, per Stazzema sancisce (di nuovo) che la tradizione della pastorizia qui è mantenuta in vita.

L’attività

La protagonista di questo esempio coraggioso e in controtendenza è Silvia Pieruccioni, che qualche anno fa prese in eredità l'attività del padre Pacifico e della madre Siria Battelli decidendo di portarla avanti con passione e dedizione. «Gli agnelli sono nati tutti ravvicinati, il primo il 6 settembre, il secondo il 14 settembre, e fino alla scorsa settimana a ruota quasi tutti i giorni c'è stata una nuova nascita per un totale di 22 animali. Ogni anno è una routine, ma tutti in un mese è un fatto eccezionale per realtà come la mia». Silvia ha un gregge di circa 50 pecore massesi e produce ricotta e formaggio. Circa un mese fa è scesa dall'alpeggio dove di solito porta in transumanza i suoi animali. A inizio estate era partita come ogni anno con le sue pecore da Volegno, e con l'aiuto del suo cane Boss, un border collie simpaticissimo, era salita verso le praterie delle Alpi Apuane, ai piedi del monte Pania. «Sono gli alpeggi di Cardoso e Pruno – racconta la pastora – l’Alpeggio San Rossore, e le praterie nei pressi de la Fania e sotto Mosceta». Silvia ha iniziato questa avventura fra il 2016 e il 2017.

La storia

«Avevo 14 anni, erano i primi anni '90, mio padre Pacì possedeva un alpeggio e un pastore di Massarosa portava in estate ogni anno le pecore sulle praterie dell'Alpe di Pruno, per andare verso Mosceta. Mio fratello si innamorò di questi animali e chiese a mio padre di comprargli una pecora. Mio padre decise di prendere tre pecore, che si sono riprodotte; è nato un gregge e una attività, che perlopiù ha portato avanti mia madre Siria. A lungo per mio padre è stato un secondo lavoro, lui era cavatore. Rispetto a quegli anni gli alpeggi sono meno puliti: ho sempre meno luoghi dove portare le pecore a brucare». Il suo gregge anche quest'anno si rinnoverà con tanti nuovi esemplari giovani e forti. «Questi agnellini andranno ad integrare e migliorare il gregge – conclude Silvia –. Dispiace veder andare via alcune pecore, ma capita che non siano più in grado di venire al pascolo».

Le nostre tradizioni

L’assessora alle tradizioni locali Anna Guidi è entusiasta della nascita dei 22 agnellini. «Silvia è un’amica e vicina di casa quando in estate sono a Ranocchiaia e lei a San Rossore – commenta –. Presenza preziosa e vitale, esempio di scelte intraprese e onorate fino in fondo. Silvia vive la natura e la vive bene. Con dedizione e rispetto. Quando porta il gregge al pascolo raccoglie sassi e rami di forme originali e vi legge significati ed emozioni, sovente in riferimento al suo babbo, il grande Pacì. Per il Comune di Stazzema Silvia è un’eccellenza e un raro esempio di coerenza. Ne siamo fieri».

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