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Dal Viareggio allo scudetto, Luciano Spalletti e il legame con la Versilia

di Roy Lepore
Luciano
Spalletti, empolese ma viareggino d’adozione in una azione di gioco e primo piano
Luciano Spalletti, empolese ma viareggino d’adozione in una azione di gioco e primo piano

Il mister del Napoli campione d’Italia, vestiva bianconero nel ’90. Ha sempre conservato un legame con la città, gli amici e i colleghi di quel tempo

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VIAREGGIO. La vittoria del terzo scudetto del Napoli a distanza di 33 anni dal secondo, dopo quello con Diego Maradona in squadra, che ha mandato in visibilio tifosi in tutta Italia, porta la firma anche di alcuni protagonisti, che in passato sono stati legati alla Versilia: come l'allenatore Luciano Spalletti, che ha giocato nel Viareggio calcio del "patron" Giorgio Mendella nella stagione 90-91, portato dall'ex diesse Oreste Cinquini.

«Lo avevo avuto da calciatore prima all'Entella e poi allo Spezia – dice –. E quando fui chiamato per allestire la squadra a Viareggio mi seguì. In seguito, quando ero diesse all'Udinese, Spalletti ne era l'allenatore. Si è meritato quello che ha ottenuto, perché è un grande lavoratore, ed è stato uno dei primi ad attuare il 4-2-3-1. Ha vinto due campionati anche in Russia con lo Zenit San Pietroburgo, ha portato l'Inter in Champions League e anche a Roma ha fatto bene. A Napoli ha compiuto un vero e proprio capolavoro».

Luciano Spalletti a Viareggio ha conservato legami con i suoi ex compagni di quella formazione, tanto che in occasione del centenario della società bianconera venne (il 22 giugno 2019) allo stadio "Benelli" di Lido di Camaiore, dove fu organizzata una partita commemorativa per l'evento. «Ci messaggiamo in più occasioni – dice Giorgio Eritreo, uno dei giocatori di quel Viareggio –. Con noi è rimasto sempre lo stesso, ed anche in momenti come quelli, per lui intensi, si è ricordato di noi. È venuto a Viareggio per parecipare al funerale anche di Alessandro Cecchi, tragicamente scomparso in un incidente stradale, figlio di Gigi Cecchi nostro compagno di squadra nel Viareggio». In più occasioni è tornato poi al ristorante "Da Giorgio" dall'amico Guido Lombardi; a Forte dei Marmi è venuto in vacanza, ha una casa qui. Massimo Benedetti, suo ex compagno di squadra dell' Entella di mister Giampiero Ventura nella stagione 85-86, che vive a Camaiore, lo avrebbe potuto seguire nel suo staff all'Udinese, e oggi chissà avrebbe potuto far parte di quello che ha al Napoli e gioire in prima persona. «Quando Luciano mi propose di seguirlo a Udine avevo problemi familiari e fui costretto a rinunciare – dice –. Siamo amici e anche giovedì nella nottata gli ho inviato un messaggio per congratularmi, seguito da una sua risposta. Ci telefoniamo quasi una volta la settimana, prima delle partite con la Salernitana edil Milan. Sono felice per lui, perché ha dimostrato tutto il suo valore. A luglio mi aveva anticipato il valore di Kvaratskhelia che la maggior parte non conoscevano, personalmente ero poco fiducioso sul portiere Meret, e invece è stato davvero bravo».

La scorsa settimana dopo un allenamento a Napoli era presente anche l'allenatore viareggino d'adozione, Massimiliano Maddaloni, che ha consigliato al diesse del Napoli, Cristiano Giuntoli, l'acquisto del centrale difensivo coreano Kim Min-Jae, uno dei migliori per rendimento della squadra.

E a proposito di Giuntoli nel 2015 con l'allenatore del Napoli Maurizio Sarri, ha ricevuto il "Premio Viareggio Sport": è stato certamente insieme al tecnico Spalletti e al presidente Aurelio De Laurentiis tra gli artefici di questa grande impresa. Un altro dei grandi protagonisti è il capitano Giovanni Di Lorenzo, nato a Castelnuovo Garfagnana e cresciuto a Ghivizzano, dove vive la famiglia e torna spesso quando è libero dai suoi impegni professionali, Con la Reggina nel 2012 ha preso parte alla "Viareggio Cup", come altri suoi compagni, dai portieri Pierluigi Gollini e Davide Marfella, agli attaccanti Matteo Politano, Alessio Zerbin e Giacomo Raspadori.


 

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