“Viareggio merita di diventare capoluogo”: così nacque la Capitaneria di Porto
Centodieci anni fa l’inaugurazione all’insegna del lutto per il terremoto che devastò Messina e Reggio Calabria
Viareggio. L’attività marinara e cantieristica viareggina e la realtà del porto canale quale scalo marittimo, iniziarono ufficialmente quando Maria Luisa di Borbone, Duchessa di Lucca, nel 1819, decise la realizzazione della prima darsena, la darsena Vecchia poi denominata “Lucca”.
I primi anni del Novecento videro il definitivo riconoscimento dell’importanza assunta dal settore marinaro e cantieristico nel contesto dell’economia viareggina e versiliese. Infatti, nel 1908, il governo centrale riconobbe l’importanza dello scalo viareggino elevandolo a sede di Capitaneria di Porto.
Ma vediamo in sintesi le fasi di questa vicenda sfogliando i documenti d’archivio. Il giorno 8 aprile il ministro della Marina mercantile, ammiraglio Carlo Mirabello, inviò al sindaco di Viareggio, cav. Giorgio Paci, una lettera in cui prospettava la “possibilità di elevare cotesto ufficio circondarile a Capitaneria di Porto, capoluogo di Compartimento”, in considerazione dell’importanza “sempre crescente di cotesta città nei rapporti delle industrie marittime”, ed invitava l’amministrazione comunale a pronunciarsi in merito. Il 30 aprile il consiglio comunale, “plaudendo alla nobile iniziativa che non solo appagherebbe un voto della cittadinanza e della marineria viareggina, ma soddisferebbe ad un bisogno sentito e renderebbe una vera giustizia a legittime aspirazioni”, diede “voto adesivo, anzi plaudì” all’elevazione di Viareggio a Capitaneria di Porto, riconoscendo che ciò si doveva anche grazie “all’interessamento e alle energiche premure dell’onorevole Montauti”.
Dopo questa deliberazione, il governo, il 14 agosto, approvò il decreto che elevava, a partire dal 1° gennaio 1909, l’ufficio portuale viareggino a Capitaneria, estendendone la giurisdizione dal torrente Parmignola e fino al confine col comune di Pisa. Così furono sotto la dipendenza della Capitaneria di Viareggio: l’ufficio marittimo di Marina di Carrara, la delegazione di porto di Marina di Massa e l’ufficio portuale di Forte dei Marmi. La città accolse con soddisfazione questa notizia ed il sindaco Paci scrisse una lettera di ringraziamento all’ammiraglio Mirabello: “Viareggio, che fu già l’unico porto di un piccolo glorioso Stato, che vide sbarcare sul proprio lido imperatori di Germania e principi di Francia, traendone storica fama; che pur divenendo secondario rimase capitanería sotto il granducato toscano; fu dichiarato ufficio circondariale solo per neglittosità...”.
Per il 1° gennaio 1909 furono programmate solenni cerimonie alle quali era prevista la partecipazione delle autorità politiche e militari, ma il terremoto che il 28 dicembre 1908 colpì le province di Reggio Calabria e di Messina fece annullare ogni iniziativa poiché, fu detto, “qualunque festeggiamento dissonerebbe col lutto e col dolore che oggi affligge l’Italia”. In un manifesto affisso il 30 dicembre il sindaco Giorgio Paci comunicò alla cittadinanza che “in questo momento decine e decine di migliaia d’infelici languono nella disperazione del terrore e del dolore. Viareggio tutta sente la gravità del momento; sente il dovere suo di fronte a tanta sciagura”.
Per questo i fondi previsti per le celebrazioni furono devoluti a favore delle vittime della tremenda sciagura ed il 31 dicembre, in forma privata, fu inaugurata la nuova Capitaneria di Porto che ebbe nel cavalier Lelio Zambri, già titolare dell’ufficio portuale, il suo primo comandante. Per dare idonea sistemazione al personale della capitaneria, che comprendeva anche tre ufficiali, un capo furiere del Corpo Reale Equipaggi, un secondo capo nocchiere e tre marinai, furono necessari lavori di adattamento dei locali che impegnarono una commissione composta dal capitano del Porto di Livorno commendator Francesco Mazzinghi, dal cavalier Patella, capo sezione al Ministero della Marina e dal capitano Clausetti, del genio militare. —