Forte premiò Tignous: «Li ricorderemo tutti»
La città del premio Satira ha esposto in passato anche le opere di Cabu e Wolinski. E Mario Cardinali (Vernacoliere) paragona i fanatici islamici all’Inquisizione
Forte dei Marmi è in lutto. Come la Francia e l’Europa tutta, certo. Ma qui c’è un motivo in più per piangere e commuoversi. La capitale della Versilia è sede del famoso premio Satira Politica. In più di 40 anni di vita ha premiato ogni genere di vignettista e autore satirico (compreso, fra le polemiche, anche Andreotti). Piange anche Tignous che fu premiato anni fa, ma anche Cabu ed il grande Wolinski, il più conosciuto in Italia, che esposero le loro opere in Versilia. Tutti e tre sono caduti ieri sotto i colpi degli AK47 sparati dai terroristi islamici. E non è retorica dire che dal sindaco agli organizzatori del premio che si svolge ogni anno a settembre, tutti sono sconvolti. Umberto Buratti, primo cittadino di Forte, è ancora scosso ma dice subito.
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«Qualcosa faremo per ricordare questi morti. Sentirò gli organizzatori e i giurati del premio, ma come primo cittadino dico subito che la nostra città li debba ricordare. Il premio ha segnalato e premiato in questi anni tanti vignettisti che nei propri paesi rischiavano se non la vita sicuramente la prigione e come minimo la censura. Ricordo satirici cinesi, tunisini, curdi, russi ai tempi dell’Unione sovietica. Forte è vicina allo CharlieHebdo e alla Francia tutta in questo momento di dolore». In Versilia si pensa di organizzare quanto prima una mostra dedicata al giornale vittima dell’attacco terrorista islamico. Al centro del paese c’è il vecchio forte leopoldino. Nelle sue sale è ospitato il Museo della satira, nato in questi anni proprio per raccogliere, oltre il premio, le testimonianze della satira italiana ed europea. Luogo di storia, di arte ma anche di dolore. Quest’anno il Forte leopoldino ha ospitato la cruda satira sulla Prima guerra mondiale. 4 anni di lutti e morti ma anche di arricchimenti e promozioni, militari ed economiche. Quindi non ci sono mai state remore di nessun genere. E il premio Satira ha opmaggiato in passato anche le Canard Enchaine, altro celebre settimanale satirico parigino. A suo tempo finito nei guai per la famosa inchiesta sui diamanti che Bokassa, dittatore sanguinario della Nigeria, aveva regalato all’allora presidente Valery Giscard d’Estaigne.
A Livorno Mario Cardinali, fondatore e direttore del Vernacoliere si limita ad un laconico commento a Twitter. «Nel Medioevo l’Inquisizione cattolica bruciava sul rogo gli eretici. Oggi il fanatismo islamico uccide i vignettisti satirici col mitra. Le religioni si sono evolute». Più risoluto Alberto Giannelli, senese, disegnatore satirico del Corriere della Sera che afferma chiaro. «Non dobbiamo lasciarci intimidire. Quello accaduto a Parigi, comunque, va oltre ogni nostra immaginazione. Siamo alla barbarie assoluta». Sergio Staino ricorda con ironia l’amico Wolinski. «Avrebbe preferito un’altra morte, fra le braccia di una donna». E Vauro, il pistoiese, considerato il più caustico fra i nostri disegnatori, si limita a ricordare CharlieHebdo con una vignetta: una Morte con canonica falce che ride leggendo il settimanale parigino.