Il Tirreno

Toscana

L'editoriale

Il 25 Aprile è di tutti

di Cristiano Meoni
Il 25 Aprile è di tutti

Sì, è questa la festa della Libertà: libertà di esprimere un’opinione, di professare una religione, di vestirsi come ci pare, addirittura di rinunciare al diritto più supremo, quello di scegliere chi ci governerà

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Sfogliavo, in questi giorni, “Noi partigiani – Memoriale della Resistenza Italiana” che raccoglie le testimonianze di 450 partigiani. Un romanzo collettivo scritto da Gad Lerner e Laura Gnocchi che sono andati, casa per casa, a intervistare i partigiani superstiti. È una lettura che andrebbe resa obbligatoria, una ginnastica del pensiero da fare ogni giorno per non anchilosarsi e assopirsi, che ci ricorda, con dettagli crudi e commoventi, il sacrificio di migliaia di giovani che scelsero di morire per regalare al nostro Paese un futuro di libertà e di democrazia. Quei valori che buttiamo nel cestino ogniqualvolta ci rifiutiamo di andare a votare, un diritto per il quale le persone hanno dato la vita. O – per dirne una più banale – quando richiamiamo alla “sobrietà” una festa che deve essere invece un canto di gioia perché rappresenta una rinascita.

Abbiamo ribattezzato l’80° anniversario della Liberazione d’Italia, con un gioco di parole e di numeri, “80 voglia di libertà”. E Marc Sardelli, da par suo, pittore di marine, di imperatori ma anche di guerre, l’ha rappresentato nella sovracopertina con cui oggi abbiamo accolto i lettori del “Tirreno”. Sì, è questa la festa della Libertà: libertà di esprimere un’opinione, di professare una religione, di vestirsi come ci pare, addirittura di rinunciare al diritto più supremo, quello di scegliere chi ci governerà.

La libertà - e l’antifascismo da cui deriva - è un valore universale che non dovrebbe conoscere schieramenti. Eppure ogni anno il 25 Aprile non è la festa di tutti, ma l’occasione per dividersi e caratterizzarsi, la palestra degli opposti estremismi che si legittimano a vicenda, ciascuno acquartierato nella propria verità. Rossi contro neri, neri contro rossi, dimentichi che la Liberazione è stata il risultato di una straordinaria coesione di tutte le forze del Paese, un’alleanza di scopo tra comunisti, socialisti, azionisti, liberali, cattolici, anarchici.

Dovremmo, dunque, in giornate come quella odierna, tanto più se si caratterizzano con un anniversario tondo, ricordarci dell’esperienza del Cln, il Comitato di Liberazione Nazionale: che raccolse l’eredità dell’Aventino dopo il delitto Matteotti, propiziò il primo governo della Resistenza a guida Bonomi, quando ancora metà Italia era sotto il giogo nazifascista, e portò il Paese alla Costituente e al suo pieno sdoganamento democratico. Lì, nel Cln, c’erano tutti, con idee diverse ma un interesse comune: cacciare l’invasore e tornare liberi. Ricordiamoci che la Resistenza è stata anzitutto una grande operazione di riscatto dell’Italia al cospetto degli Alleati, lavando l’onta fascista del patto con il nazismo e delle leggi razziali.

Per questo dobbiamo inchinarci ai partigiani, morti e vivi. Buon 25 Aprile a tutti e a tutte.




 

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