Il Tirreno

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Fa discutere

La tassa sui passeggeri della discordia

di Maurizio Campogiani
La tassa sui passeggeri della discordia

Non è ancora stato varato ma genera già pareri contrapposti il provvedimento che il Governo intende inserire nel Decreto Fiscale e che attribuisce la somma di un euro a passeggero a ogni capoluogo di provincia dove è presente un porto o un aeroporto. Favorevoli Anci e Upi, fermamente contrari gli armatori

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Non è ancora stata varata ma, come spesso avviene in situazioni di questo genere, sta già creando eserciti di contenti e di scontenti. Ci riferiamo alla tassa di un euro che il Governo si accinge ad inserire nel cosiddetto Decreto Fiscale, da applicare per ogni viaggiatore di aereo o di nave che tocca un aeroporto o uno scalo marittimo di una città metropolitana o di un capoluogo di provincia. Il provvedimento sarebbe stato sollecitato in particolare dall’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e dall’Upi, l’Unione delle Province Italiane, e tende a ristorare le diverse realtà interessate dei costi, a volte non quantificabili, conseguenti all’afflusso di migliaia di persone nei territori di competenza.

Risulterebbe quindi gradito, anzi graditissimo ai Comuni e alle Province, che avrebbero un gettito ulteriore da poter utilizzare e tale da assicurare un minimo di ossigeno a bilanci spesso complicati, ma allo stesso tempo risulta assolutamente indigesto agli operatori del settore. Armatori e compagnie di navigazione hanno infatti già sollecitato un confronto a Palazzo Chigi.

La questione, peraltro, è ancora molto nebulosa. Stando ai si dice, il provvedimento darebbe modo alle province e ai comuni capoluogo di istituire un’addizionale da applicare a ogni passeggero che parta da un porto o aeroporto situato nel proprio territorio. L’addizionale sarebbe riscossa direttamente dalle compagnie aeree o marittime e inclusa nel costo del biglietto. L’importo, come detto, sarebbe di un euro, anche se qualcuno ha parlato di una cifra doppia.

A riscuotere la somma sarebbero, nel caso degli scali marittimi, direttamente le autorità di sistema portuale, alle quali verrebbe assegnato il compito di distribuirle successivamente alle Province e ai Comuni interessati. Gli enti locali, dal canto loro, potrebbero disporre eventuali esenzioni e riduzioni per agevolare particolari categorie, come ad esempio i pendolari. 

Uno degli aspetti che maggiormente preoccupano gli operatori del settore, al di là dell’aumento del costo dei singoli biglietti che arriva in un momento particolarmente complicato, riguarda gli oneri amministrativi a loro carico. A quanto sembra, infatti, le compagnie armatoriali, che incasseranno direttamente le somme perché inserite nel costo di ogni singolo biglietto, dovranno poi presentare una dichiarazione annuale da trasmettere attraverso i normali canali telematici. Nel caso la denuncia non venisse inviata o contenesse dati inesatti, scatterebbero pesanti sanzioni che possono arrivare fino al 200% dell’importo non dichiarato.

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