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Ambiente batte economia, il sondaggio per il Festival “Salviamo la terra”: il futuro e le priorità “green” degli italiani

di Francesca Ferri

	Un momento dell'evento organizzato dal Tirreno e dal Gruppo Sae
Un momento dell'evento organizzato dal Tirreno e dal Gruppo Sae

Indagine demoscopica elaborata da Emg Different per la seconda edizione dell’evento organizzato dal Tirreno e dal Gruppo Sae. Tra gli ospiti il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, l’assessora regionale all’Ambiente e alla Protezione civile, Monia Monni, la sindaca di Firenze, Sara Funaro, e l’eurodeputato Dario Nardella

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FIRENZE. Per il 62% degli italiani il benessere ambientale viene prima del benessere economico. Loro stessi sono pronti a fare sacrifici per contribuire ad alleggerire l’impatto sul pianeta, facendo la raccolta differenziata dei rifiuti, riducendo sprechi di energia, di acqua, di cibo e di plastica, e privilegiando i mezzi pubblici e la bicicletta all’uso delle auto.

Sono i risultati dell’indagine demoscopica elaborata da Emg Different per il festival “Salviamo la Terra”, organizzato dal Tirreno e dal Gruppo Sae Spa – editore dei quotidiani Il Tirreno, La Nuova Sardegna, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio Emilia e La Nuova Ferrara – che si è tenuto ieri a Firenze a Palazzo Strozzi Sacrati e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dell’assessora regionale all’Ambiente e alla Protezione civile, Monia Monni, della sindaca di Firenze, Sara Funaro, e dell’eurodeputato Dario Nardella (Pd).

Coordinato dal direttore del Tirreno, Cristiano Meoni, il festival, alla sua seconda edizione dal titolo “Impatto zero”, è tornato a interrogarsi sulle sfide che coinvolgono decisori politici, imprenditori, semplici cittadini. Che, posti davanti alla necessità di salvare un pianeta ammalato di inquinamento, si trovano davanti a un bivio: continuare con un’economia scellerata che non si preoccupa di inquinare, oppure intraprendere la via della sostenibilità, consapevoli che comporterà impegno e sacrificio?

L’indagine demoscopica è stata condotta nel novembre 2024, quindi prima che il campione di intervistati (700 persone) potesse essere influenzato dalle posizioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il quale, contro ogni evidenza scientifica, ha sempre negato il cambiamento climatico e sta riportando gli Stati Uniti all’era del petrolio.

«Secondo la nostra indagine, il 92% degli italiani è d’accordo con l’idea che ogni Paese debba fare la sua parte per ridurre le emissioni, anche se questo comporta sacrifici economici per la sua popolazione», spiega l’amministratore delegato di Emg Different, Fabrizio Masia. «Addirittura il 48% si è detto “molto d’accordo” e il 44% “abbastanza d’accordo” – aggiunge – Sono dati che dovrebbero essere un’indicazione per la politica».

Del resto il 73% degli intervistati dice di percepire che il pianeta è in pericolo, «anche se quello che colpisce – fa notare Masia – è che ci sia un 3% secondo cui il pianeta non è in pericolo». Potendo scegliere tra più risposte, il cambiamento climatico è il problema percepito come più urgente, seguito dallo scioglimento dei ghiacci, dalla siccità e dall’inquinamento dell’acqua, dall’uso del suolo e dalla deforestazione. Meno urgente quello che in passato era considerato il primo problema, vale a dire il buco dell’ozono.

Scarsa la conoscenza dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite. «Solo il 41% degli italiani dichiara di conoscerla o di averne almeno sentito parlare. Ma solo 8% si sente ben informato», spiega ancora Masia.

Quanto alle azioni da mettere in pratica per centrare gli obiettivi per il 2030, secondo gli italiani occorre prima di tutto ridurre l’inquinamento e la plastica negli oceani (57%), poi ridurre le emissioni di Co2 e altri gas serra, promuovere l’uso di energie rinnovabili sostenere la conservazione delle foreste e la biodiversità(tra 41 e 48%). Decisamente meno popolare è invece l’idea di abbandonare il motore a scoppio dal 2035, citata solo dal 12% degli intervistati.

Il prevalere degli interessi nazionali sull’interesse del pianeta è ritenuto il primo degli ostacoli all’Agenda 2030 (30%), seguito dalla insufficiente collaborazione internazionale (25%) e da altri motivi.

Quando poi si tratta di sacrifici economici per aiutare l’ambiente, ecco che in cima alle misure che gli italiani gradirebbero di più ci sono le agevolazioni fiscali per l’uso di energia rinnovabile (55%), quindi i premi o gli incentivi per le famiglie per il basso impatto ambientale (40%) e le agevolazioni per migliorare l’efficienza energetica nelle abitazioni (30%). Di nuovo, un segnale per il governo.

Alla fine, tuttavia, alla domanda su quale siano le priorità, gli italiani scalzano l’ambiente e mettono al primo posto una sanità efficiente e i vaccini (55%), poi il lavoro (45%) e, solo al terzo posto, l’ambiente (30%). Seguono la riduzione della delinquenza e la sicurezza, la riduzione del precariato e delle tasse, il rilancio economico e commerciale, tutti tra il 20 e il 25%. Un tema su cui l’attuale governo si spende molto in termini di contrasto, quello dell’immigrazione, è sentito come priorità solo dal 18% degli italiani. 


 

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