Educazione sessuale a scuola per prevenire la violenza di genere: ecco perché è un cambiamento necessario
In Italia lo scorso anno ci sono stati 114 femminicidi. È quindi necessario intervenire per evitare questo terribile fenomeno
Centoquattordici. Questo è il numero dei femminicidi in Italia nel 2024, secondo l’osservatorio “Non una di meno”. Una cifra straziante che denuncia una problematica ormai davvero radicata nella nostra società. Basti pensare che gli assassini siano ritenuti spesso dei ragazzi comuni prima di commettere i propri misfatti.
Educazione sessuale
È quindi fondamentale interrogarsi su come si possa limitare e prevenire questo terribile fenomeno. A mio avviso la risposta risiede nell’investire sull’educazione sessuale e sentimentale nelle scuole. Infatti ricerche condotte da organizzazioni prestigiose come l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e università di fama internazionale come quella di Oxford hanno evidenziato che programmi di educazione sessuale nelle scuola hanno nettamente ridotto comportamenti sbagliati.
Consenso e libertà
Personalmente ho affrontato un percorso di educazione sessuale con la professoressa di biologia e tramite questo abbiamo affrontato concetti come “consenso” e “libertà” attraverso numerose sfaccettature. Questo sicuramente ci ispira a diventare ambasciatori e ambasciatrici di messaggi importanti e a fomentare la nostra convinzione che l’educazione sessuale sia un tema profondamente serio. Solamente affrontandola potremo costruire un futuro senza violenza di genere. Dopotutto siamo noi giovani a dover apportare un cambiamento che possa condurci verso un futuro più roseo.
Cultura maschilista
Sicuramente una buona parte degli uomini che infliggono violenza (verbale o fisica) continua a farlo a causa di norme culturali che ormai ha acquisito, vivendo in una società che incoraggia la mascolinità tossica e il controllo come prova di virilità.
Reagire correttamente
Per questo motivo l’educazione sessuale e sentimentale insegna a reagire in maniera “corretta” a delle situazioni che comportano una forte implicazione sentimentale che sia semplicemente un rifiuto o una situazione più complessa.
Istanze parlamentari
Già nel 1902, nel 1968 e infine nel 1991, sono state presentate in Italia istanze parlamentari riguardanti la questione. Purtroppo, però, sono sempre state affrontate con superficialità e pregiudizi da parte di quei parlamentari che avrebbero invece dovuto valutarle. Il risultato è che in nessun caso si è mai approdati all’approvazione dei testi.
Cambiare approccio
Oggi, passati molti anni e insorte problematiche che richiedono risposte concrete, è essenziale cambiare il nostro approccio e evolverci. Nel 2018 l’Unesco ha dichiarato che «l’educazione sessuale nelle scuole consente a bambini e ragazzi di sviluppare conoscenze, competenze, atteggiamenti e valori che li metteranno in grado di realizzarsi, nel rispetto della loro salute, del loro benessere e della loro dignità». Per quanto riguarda altri Stati membri dell’Unione Europea, in ben venti dei ventisette, l’educazione sessuale e affettiva è obbligatoria. In Austria ad esempio è stata adottata nel 1970.
Non solo biologia
Inoltre non bisogna dimenticare che è fondamentale che non si affrontino solamente aspetti biologici. Si deve tener conto, infatti, anche dell’affettività e delle relazioni.
Il caso Svezia
Il risultato è evidente: in Svezia, dove l’educazione sessuale a scuola è stata introdotta addirittura nel 1955, il tasso di femminicidi è di 0,18 ogni centomila abitanti, mentre in Italia è di 0,34. A seguito di queste riflessioni, è chiaro che l’introduzione dell’educazione sessuale e sentimentale nelle scuole rappresenterebbe un passo fondamentale verso una società più consapevole e responsabile.
Un impegno condiviso
È essenziale che la costruzione di relazioni sane diventi un impegno condiviso da istituzioni, famiglie e comunità. Pertanto è tempo di agire: noi giovani dobbiamo essere i protagonisti di questa rivoluzione. Solo attraverso la cultura del rispetto e della consapevolezza possiamo spezzare questo circolo vizioso di violenza.
*Studentessa di 17 anni del liceo XXV Aprile di Pontedera