Il Tirreno

Il personaggio

Fenomeno Lucio Corsi, l’elogio della fragilità che ribalta il mondo

di Emma Pierini *
Lucio Corsi
Lucio Corsi

Dall’abbigliamento fino al duetto con Topo Gigio: è stato la rivelazione del Festival di Sanremo 2025

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«Volevo essere un duro. Che non gli importa del futuro. Un robot». Con queste parole inizia la nuova canzone del cantautore toscano Lucio Corsi, classe 1993, secondo classificato alla settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo.

Corsi è riuscito a conquistare l’attenzione di tutta l’Italia grazie alla sua semplicità e al suo talento e in molti si sono posti la domanda: “Dove è stato per tutto questo tempo Lucio Corsi?”. Con all’attivo quattro album, Corsi in realtà era già noto al grande pubblico avendo nel 2023 aperto il concerto della band britannica “The Who” e soprattutto essendo apparso nel ruolo di sé stesso nella terza stagione di “Vita da Carlo”, in cui è anche presente nella colonna sonora il suo brano “Tu sei il mattino”. Nonostante le varie collaborazioni e le sue apparizioni è stato sul palco dell’Ariston che la carriera e la musica di Lucio Corsi sono state veramente lanciate e il pubblico lo ha conosciuto e apprezzato.

Il brano

Il suo brano, infatti, racconta di un individuo fragile e vulnerabile che sogna di poter essere un vero “duro”, per citare il titolo della sua canzone. Durante il brano però si delinea il ritratto di un duro freddo, distaccato e senza emozioni e nel finale capiamo che alla fine bisogna essere fieri delle proprie fragilità e della propria vulnerabilità e che è questa la vera forza. Oltre ad aver avuto successo per la sua musica Corsi è stato sicuramente notato per i suoi outfit stravaganti e colorati, che sono stati cuciti da lui stesso e indossati anche in occasioni precedenti al Festival. Questi abiti inusuali hanno contribuito a creare un’aura quasi fiabesca intorno alla sua figura, accentuata dal viso completamente bianco grazie alla cipria che lo rendeva simile ad un personaggio ultraterreno uscito da qualche racconto fiabesco.

Ha fatto anche parlare il suo duetto durante la serata cover con Topo Gigio sulle note della canzone “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno, brano vincitore dell’edizione del 1958 del Festival. Per alcuni esibizione troppo sopra le righe per essere presa sul serio, per molti una delle migliori esibizioni della serata che non a caso si è posizionata seconda dietro solo a Giorgia e Annalisa che hanno vinto grazie alla loro interpretazione di “Skyfall” di Adele. In un Festival dove solitamente l’aspirazione è quella di conquistare il pubblico con un’esecuzione tecnicamente perfetta, la proposta di Lucio Corsi si è distaccata dalla norma, mettendo in scena una performance che mescolava un classico della canzone italiana a un tocco di modernità e ironia. La sua scelta di reinterpretare un classico come “Nel blu dipinto di blu” con un compagno d’eccezione come Topo Gigio, figura iconica della televisione italiana che esordì proprio con la voce di Modugno stesso, ha fatto parlare di sé non solo per l’effetto sorpresa, ma anche per la sua capacità di rompere le convenzioni del palco sanremese.

Concluso il Festival Lucio Corsi ci lascia con un mondo, il suo e della sua musica, tutto da scoprire con la presa di coscienza che, anche se spesso nella realtà a vincere sono i duri, essere noi stessi e vivere la vita alla fine è “un gioco da ragazzi”. 

*Studentessa di 17 anni del liceo classico XXV Aprile Pontedera