Anche corpi imperfetti provano sentimenti, piacere e desiderio
Sessualità dei disabili e perbenismo
«Tesoro, buongiorno! È molto tempo che non ti vedevo e sei sempre più bella! Da chi devi andare? Vieni che ti accompagno». Stefano, con la sua gamba destra un po' più immobile della sinistra ed altre parti del corpo non troppo armonicamente collegate alla testa, prende sottobraccio “il suo tesoro”, la bacia sulla guancia e magari accarezzandola anche un po', la accompagna, dal medico che le necessita o all’ufficio Cup.
Sì, perché Stefano, da quel maledetto giorno in cui, appena diciottenne, incontrò un’auto che non rispettò il rosso, appartiene suo malgrado a quelli di “A.tra.c.to.”, che poi non è altro che l’acronimo di Associazione Traumi Cranici Toscani, e lavora come commesso in uno dei centri Asl del Valdarno. È solerte, gentile ed efficiente nel suo lavoro, soprattutto con le donne, ama il teatro ed il cinema ed è uno degli attori di cartello del laboratorio teatrale del paziente regista Silvano Alpini. La prima volta che li vidi arrivare al teatro di Panzano in Chianti, tutti assieme appassionatamente, dentro quel vecchio pulmino, pensai a Jack Nicolson, con i suoi strampalati amici, nella fuga avventurosa di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”.
Quest’anno sono in tour con una fantastica rivisitazione della Divina Commedia. Sono stati ospitati anche a Palazzo Chigi, invitati dalla Ministra per le disabilità (sic!) Alessandra Locatelli. Quel giorno Stefano, quando la compagnia intonò “l’Arno d’argento”, con un balzo (si fa per narrare) scese dal palco per abbracciare e portare in danza pure la ministra! Tutti lo conoscono in Valdarno e tanti sono pronti a raccontarti di quando... Oppure di quell’altra volta che… Stefano, Matteo, Giuliano… decine di storie ho sentito raccontare. Il tema è sempre quello, la sessualità. Sembra ancora troppo complicato capire che un corpo imperfetto possa provare sentimenti, piacere e desiderio come gli altri. È troppo più facile perpetuare lo stereotipo del diverso, uno sventurato mondo di asessuati. Nulla e nessuno che si occupi della sfera emozionale e sessuale del disabile.
C’è chi grazie alla intraprendenza sua o di qualche amico può intrufolarsi nel complesso e illegale mondo della prostituzione e molti altri, invece, che per cultura o impossibilità non sono in grado di gestire emotività e sessualità. In alcuni paesi, anche in Europa, vi sono esperienze e servizi di assistenza sessuale. Personale formato ad educare il disabile a gestire il desiderio di sessualità nel modo più maturo e razionale, con massaggi, respirazione e contatto fisico, meditazione di coppia e sperimentazione del piacere. Tenendo sempre conto che l’assistenza degli operatori non deve creare legami e prevedere rapporti sessuali completi.
Nel nostro Paese, nonostante che ad ogni legislatura vi sia qualche illuminato parlamentare che porta avanti un progetto di legge del genere, tutto poi naufraga regolarmente nel nostro ipocrita e bigotto perbenismo. “Tesoro, buongiorno”.
* Scrittore e attivista per i diritti