Il Tirreno

Pisa

La testimonianza

Pisa, accusato di pungere le studentesse con la siringa: parla la madre di Vanessa uccisa nel 2009. «Ora deve restare in galera per sempre»

di Michele Masotti
Maria Grazia con la figlia Vanessa e Simone Baroncini
Maria Grazia con la figlia Vanessa e Simone Baroncini

Le parole di Maria Grazia Forli: «Questi soggetti non cambieranno mai»

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PISA. «Serve un vero ergastolo, senza sconti di pena, per l’autore di un delitto così efferato. È l’unico modo per evitare che questi assassini possano tornare in libertà e fare del male ad altre persone».

Il caso

Maria Grazia soppesa con fermezza con le parole. Da mercoledì 16 aprile Simone Baroncini, l’uomo che la sera del 7 dicembre 2009 uccise sua figlia Vanessa Simonini, 20enne, si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale per aver punto con una siringa, tra il settembre 2024 e il gennaio 2025, tre studentesse a Pisa. Condannato a 16 anni per il femminicidio di Gallicano, l’operaio pisano aveva trascorso 13 anni in carcere, salvo poi tornare in libertà nel 2022 dopo aver usufruito di uno sconto di pena.

«Non cambierà mai»

«Nessuno potrà riportare in vita mia figlia ma esigo, come tutti i familiari che hanno subito tragedie di questa portata, che venga fatta giustizia per la vittima – prosegue la madre di Vanessa – . Stiamo parlando di un assassino giudicato capace di intendere e volere da due perizie psichiatriche. Questi criminali devono scontare fino in fondo la loro pena: sono soggetti che non cambieranno mai. Passare un decennio in galera, pochissimo tempo se associato all’efferatezza del delitto commesso, a cosa è servito? L’omicida ha intrapreso un percorso rieducativo? Assolutamente no. In Italia ci sono stati, purtroppo, troppi casi di criminali usciti dal carcere in anticipo che si sono macchiati nuovamente di altri crimini. In alcune occasioni hanno ucciso ancora». Secondo Maria Grazia Forli, che in questi lunghi 16 anni ha mantenuto vivo il ricordo di Vanessa di tutte le vittime di femminicidio, è arrivato il momento di un cambiamento delle normative che trattano questi delitti.

La proposta di legge

«Ho portato in Parlamento una proposta di legge incentrata sulla certezza della pena- spiega -. Si tratta di una norma capace di escludere tassativamente qualsiasi sconto di pena. Quando i delinquenti godono di tali benefici è come se le vittime e le loro famiglie venissero uccise una seconda volta. Sarebbe una norma a tutela di tutta la comunità, evitando che questi mostri possano incrociare il loro cammino con ragazze innocenti. Quella proposta passò alla Camera dei Deputati ma non venne approvata dal Senato. Speriamo che adesso siano maturi i tempi per modificare queste norme. La nostra legge non deve essere così indulgente nei confronti di soggetti ai quali è stata riconosciuta una conclamata colpevolezza. Baroncini ha goduto di un doppio sconto di pena tra abbreviato e attenuanti generiche». Attualmente il 50enne si trova agli arresti domiciliari a Volterra. Una misura cautelare non condivisa da Maria Grazia Forli: «I domiciliari non sono la soluzione adatta per garantire la sicurezza collettiva. Un assassino senza scrupoli può eluderli tranquillamente, oltre a godere di sproporzionati benefici. Se questi individui scontano pochi anni in galera, vuole dire che non saranno stati rieducati sufficientemente per essere reinseriti nella società. Non bisogna mettere a repentaglio la vita di altre persone ben sapendo di cosa sono capaci questi criminali».


 

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