Il Tirreno

Toscana

Dillo al direttore
Le vostre riflessioni

La tecnodestra di Trump e il ruolo di Elon Musk


	Donald Trump
Donald Trump

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Ecco una delle riflessioni dei lettori pubblicate sull’edizione cartacea di venerdì 3 gennaio 2025, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.

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Di cosa si parla nei pranzi festaioli di questi giorni negli Stati Uniti, nelle case di famiglia di fascia alta o bassa, da San Francisco a Miami? Ma certo, di lui, di Donald Trump, dell’uomo “giallo” e di quello che farà nell’ormai iniziato e imprevedibile 2025. E se ne parla con grandi aspettative, visto che ora tutti ricordano una intervista che Trump dette durante il suo primo mandato ad alcuni giornalisti alla Casa Bianca. Alla cruciale domanda relativa a su cosa si basasse il presidente nelle sue scelte di governo, Trump rispose con sicurezza: “istinto”. Governare il paese più potente del mondo, sulle scelte del quale tutti gli altri regolano le proprie politiche, sulla base dell’istinto? Rimasero tutti in silenzio, la risposta non sembrava molto rassicurante. In realtà, si parla delle stesse cose in Europa. Abbiamo tutti seguito le prime nomine di Trump che non fanno stare tranquilli: uomini non moderati, agguerriti, appartenenti a quella confusa e vasta costellazione che negli Usa analisti ed osservatori chiamano ormai tecnodestra.

C’è poi il grande cavaliere grigio del trumpismo, l’ineffabile poliedrico imprenditore Elon Musk, che ha ricevuto dal presidente eletto una nomina importante nell’amministrazione, in barba ad ogni conflitto d’interesse. Inoltre Trump ha già detto che appena sarà in servizio, s’impegnerà a fondo per far tornare il canale di Panama, e addirittura la Groenlandia, sotto controllo americano. Riportare agli Usa quel canale? Data la delicatezza del luogo, e la sua importanza mondiale per gli scambi e per la finanza, l’operazione porterebbe ad un’altra guerra. Ah, il capitolo guerre. Trump aveva detto già durante la campagna elettorale che lui le avrebbe chiuse tutte, che lui regnante non scoppiano guerre. Eppure la sensazione è che lui farà sì pressione su Putin e Zelensky affinché si accordino, ma che lascerà del tutto mano libera a Netanyahu. In fondo, cos’è per Trump la Palestina? Cos’è Gaza? Niente. Tutto il resto del mondo per Trump è niente. La cosa più importante è l’America, great again. Molti analisti ed osservatori sono stati allora colpiti dal particolare interesse che ha mostrato, soprattutto in questi ultimi due anni, proprio Elon Musk per la piccola, poco significante Italia. Musk è venuto più volte infatti a colloquio, anche privato, con la stessa Meloni. Molti, qui e nel nuovo mondo, si sono chiesti perché. Chi scrive ha una sensazione: è come se Musk volesse fare dell’Italia uno dei suoi laboratori privilegiati per i vari progetti che persegue.

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