Ancora perquisizioni per la tragedia all’Eni di Calenzano: cellulari sequestrati a due lavoratori
Nuovo sopralluogo nel deposito per rispondere ad alcuni interrogativi sollevati dai consulenti
CALENZANO. Sembra prendere una direzione precisa l’inchiesta della Procura di Prato sull’esplosione avvenuta lo scorso 9 dicembre al deposito di carburanti Eni e costata la vita a cinque lavoratori.
I cellulari
Dopo la scoperta dei lavori sui tubi (a terra sono stati trovati i bulloni di sicurezza) su cui scorreva il carburante poi fuoriuscito, gli inquirenti avrebbero ordinato altre perquisizioni nei confronti di due lavoratori presenti al momento dello scoppio: si tratta del preposto di Sergen (la ditta che stava svolgendo i lavori di manutenzione tra la baia 6 e la 7) e un autotrasportatore che si stava approvvigionando alla stessa baia e che ha premuto il pulsante di emergenza. A entrambi sono stati sequestrati i cellulari con l’obiettivo di ricostruire le fasi precedenti e successive al disastro.
Il sopralluogo
Lunedì 23 dicembre si è svolto un nuovo sopralluogo nel deposito per rispondere ad alcuni interrogativi sollevati dai consulenti. Il termine minimo per la maxi perizia è di 60 giorni, motivo per cui gli accertamenti procedono a ritmo spedito. L’inchiesta sembra puntare da un lato sugli errori umani, dall’altro sugli allarmi inascoltati che si sono succeduti. Per questo motivo sotto la lente resterebbero le tre aziende perquisite — non come indagate — due giorni dopo la strage: oltre che alla stessa Eni e alla Sergen, perquisizioni sono state fatte anche alla Bt Trasporti, la ditta per cui lavorava il primo autotrasportatore trovato senza vita. Proprio alla Bt Trasporti, in seguito a due ulteriori perquisizioni svolte nei giorni scorsi nei confronti di due responsabili dell’azienda, anche un’altra lettera inviata da Uil trasporti Toscana a Eni nel maggio scorso: nel testo a quanto è emerso venivano denunciati «problemi al sistema di recupero dei vapori».
Il video
Riguardo la dinamica, infine, importante si è rivelato il video diffuso nei giorni scorsi. Si vedono gli autotrasportatori che caricano le cisterne alla baia 6, e, nel corridoio adiacente, alcuni operai della Sergen impegnati — con un carrello elevatore — nei lavori di manutenzione a un tubo di benzina dismesso e sopraelevato. Dal tubo, all’improvviso, fuoriesce una grande quantità di carburante e si forma una densa nube di vapore. Sono le 10,20: in quell’istante avviene lo scoppio violentissimo, che semina morte e distruzione.