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Irpef, la legge di Bilancio conferma le tre aliquote: ecco quanto si pagherà

di Leonardo Monelesan

	Aliquote e Irpef, cosa cambia
Aliquote e Irpef, cosa cambia

Avrebbero dovuto venire meno alla fine del 2024, ma il governo vuole rendere strutturale la rimodulazione

18 novembre 2024
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La manovra 2025 prosegue il suo percorso parlamentare tra numerose proposte di emendamenti, ma uno dei nuclei centrali del disegno di legge, che quindi difficilmente verrà modificato, riguarda il riordino delle aliquote Irpef. Continuando la strada intrapresa verso una diminuzione degli scaglioni relativi alle aliquote Irpef, con l’obiettivo di arrivare alla flat tax, con la legge di Bilancio 2025 si prevede di rendere strutturale il passaggio a tre aliquote già in vigore quest’anno. La norma (introdotta in via transitoria dalla legge di Bilancio 2024, che prevede tre scaglioni di reddito rispettivamente fino a 28.000 euro, tra tale cifra e 50.000 euro e oltre i 50.000, con aliquote rispettivamente del 23%, 35% e 43%) doveva infatti esaurirsi nel 2024. L’articolo 2 della manovra prevede invece di sostituire l’articolo 11 comma 1 del Dpr 917/1986, rendendo stabile la nuova modulazione dell’Irpef dal 1° gennaio 2025.

Il calcolo

Per andare a calcolare il valore dell’Irpef è però necessario considerare le altre novità nell’ambito di tale imposta che dovrebbero essere introdotte dalla prossima legge di bilancio. In primo luogo, dobbiamo tenere a mente che lo stesso articolo 2 della manovra, al comma 1 lettera b, prevede un aumento di 75 euro della detrazione da lavoro dipendente per soggetti con reddito complessivo inferiore a 15.000 euro. La detrazione assume così un valore di 1.955 euro (da rapportare al periodo di lavoro nell’anno) per quanti hanno un reddito inferiore a tale soglia. Questo aumento di fatto amplia la no tax area per i lavoratori dipendenti, cioè la fascia di reddito entro la quale non è dovuta l’Irpef, portandola a 8.500 euro, alla pari di quella dei pensionati.

Le soglie

Superata la soglia dei 15.000 euro, invece, non vi sarà alcun cambiamento. Per i redditi superiori a 15.000 euro ma non a 28.000, quindi, la detrazione viene calcolata, sommando a 1.910, euro il prodotto di 1.190 e del rapporto tra 28.000 euro diminuiti del reddito complessivo e 13.000 euro. Per i redditi complessivi superiori a 28.000 euro, ma non a 50.000 euro, la detrazione viene calcolata moltiplicando 1.910 per il rapporto tra 50.000 euro diminuiti del reddito complessivo e 22.000 euro.

Anche per quanto riguarda il trattamento integrativo non dovrebbero esserci grandi modifiche in vista, rispetto a quanto previsto per il 2024 dalla precedente legge di bilancio. I lavoratori dipendenti con redditi pari o inferiori a 15.000 euro continueranno quindi ad avere diritto a 100 euro in più al mese in busta paga che non concorreranno alla formazione del reddito, a patto che l’Irpef da loro dovuta sia superiore alla detrazione da lavoro dipendente spettante diminuita di 75 euro. Proprio questa ultima diminuzione ai fini del calcolo per la spettanza del trattamento integrativo rappresenta l’unica novità della manovra, pensata per neutralizzare gli effetti dell’omologo aumento della detrazione spettante per i redditi inferiori a 15.000 euro. Nessuna variazione invece per i redditi superiori a 15.000 euro, ma inferiori a 28.000 euro, che continueranno a vedersi riconoscere il trattamento integrativo in misura pari alla differenza tra la somma di una serie di detrazioni loro spettanti (di cui al comma 1 degli articoli 12 e 13 del Dpr 917/1986, comma 1 lettere A e B e del comma 1ter dell’articolo 15 dello stesso Dpr e parte di quelle previste dal comma 1 lettera C dello stesso articolo e dell’articolo 16-bis) e l’Irpef da loro dovuta, ma con un importo annuo comunque non superiore a 1.200 euro.

La legge di Bilancio

Infine, la legge di Bilancio 2025 armonizza la disciplina delle addizionali comunali e regionali dell’Irpef alle novità introdotte. L’anno prossimo sia Regioni che Comuni avranno così tempo, in via straordinaria, fino al 15 aprile per poter stabilire nuovi scaglioni e aliquote per le imposte addizionali. Qualora la delibera contenente i nuovi valori non venisse adottata entro tale data, si procederà come di consueto ad utilizzare scaglioni ed aliquote in vigore già quest’anno.

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