Il Tirreno

Basta un raggio di sole e il mare è irresistibile. C’è chi non rinuncia all’ultimo bagno dell’anno. C’è chi fa trekking o ciclismo e si ferma in spiaggia a prendere fiato. C’è chi semplicemente passeggia e si gode l’aria e lo iodio. La ressa di luglio e agosto è lontana ma, nonostante l’attuale sia un autunno fresco e con già piogge abbondanti, anche ieri tantissimi arenili e stabilimenti toscani erano tutt’altro che vuoti. E oggi, tempo permettendo, si annuncia il bis grazie a tanti stranieri e altrettanti italiani e toscani.

Una risorsa per l’economia della costa che domani perde, però, uno degli elementi trainanti: gli stabilimenti. Domani, lunedì 23, chiude infatti la stagione balneare “canonica” ed eccetto deroghe concesse a macchia di leopardo, la costa toscana resterà senza questo servizio. «Eppure il mare tira sempre, non solo in autunno ma anche in inverno. Il mare in Toscana ha migliaia di potenziali utenti 365 giorni l’anno», spiega Fabrizio Lotti, storico titolare del bagno la Capannina di Piombino, nonché vice presidente nazionale dei balneari Fiba-Confesercenti.

A macchia di leopardo

Domani il suo stabilimento sarà ancora aperto. Così come lo potranno essere quelli dell’area Piombino-Cecina-Rosignano. La fine della stagione nel territorio è stata infatti fissata per il 30 di ottobre. Una scelta che hanno fatto altre amministrazioni toscane. Difficile fare una mappa precisa degli accordi locali che concedono qualche giorno in più agli stabilimenti. Di certo gli ultimi a chiudere saranno i lidi di Viareggio e della Versilia: fino al 3 novembre potranno continuare a offrire i loro servizi. «Poi chi deciderà di andare in spiaggia non avrà più servizi, a partire dai gabinetti», precisa Lotti.

Offrire un servizio

Quello dei servizi igienici, secondo il vice presidente nazionale Fiba, è uno dei tre motivi per i quali è necessario prolungare l’apertura degli stabilimenti. Il primo è che i balneari non possono offrire i servizi, ma sono comunque al lavoro: «In queste settimane cominciamo a smontare il “circo” – spiega Lotti –. Vale a dire che abbiamo un mese, un mese e mezzo di lavoro per sistemare gli stabilimenti e riporre la roba. Mettere a disposizione qualche ombrellone, per altro garantendo ai clienti più spazi, è tutt’altro che un problema». Il secondo «è quello che siamo pronti a fare un investimento sulle nostre attività: quando si parla di allungare la stagione non si devono essere chiacchiere, ma fatti». Il terzo è offrire servizi minimi come quelli igienici: «Ed è il più importante, perché l’utenza c’è e soddisfarla è un bene per noi e per tutto il territorio», spiega Lotti.

La domanda c’è

Vale a dire «gli ospiti degli agriturismi, i tanti che vanno in bicicletta o fanno trekking lungo la Costa, chi visita il territorio per le tante iniziative che organizzano le diverse amministrazioni comunali». «L’utenza è per lo più composta da stranieri, come i tedeschi che a novembre fanno ancora il bagno, ma ci sono anche toscani che vengono nelle seconde case per il week end – prosegue –. In termini assoluti le presenze non sono paragonabili a quelle estive. È una domanda ristretta, ma credo che possa rappresentare un valore aggiunto per noi balneari e per tutta l’economia della costa». Insomma un’occasione turistica che la Toscana non coglie a pieno, non solo in autunno ma anche in inverno: «Pensiamo ai ristoranti degli stabilimenti – conclude –. A novembre o a dicembre, gennaio, febbraio può bastare un po’ di sole e un maglioncino. Poi ti siedi, vedi il mare e mangi. È una possibilità che va sfruttata anche per i pescatori, gli agricoltori, i benzinai, i negozianti e tutti gli imprenditori che sulla costa vivono tutto l’anno».