Balneari, ipotesi proroghe: così il governo prova ad evitare le aste
Nuovo disegno di legge prevede gare con concessioni da 5 a 20 anni. Almeno il 15% di litorale libero assegnato alle Regioni: tutti i requisiti. Scetticismo dalle stesse organizzazioni balneari
ROMA. Il governo ci prova a scavalcare le regole imposte dall’Unione europea e ad evitare le aste delle concessioni demaniali. Un disegno di legge depositato prevede proroghe e modifiche (come quella di assegnare parte delle spiagge libere alle Regioni), con tempi di concessione molto lunghi per i balneari. Un tentativo che difficilmente potrà andare a buon fine, anche se dall’Ue si fa sapere che è in atto un confronto con il governo Meloni per trovare una quadra. Il testo è stato pubblicato su “Mondo Balneare”, che è un po’ il sito di riferimento dei titolari di stabilimenti. Ma nelle prossime ore potrebbero già esserci delle modifiche.
Lo scetticismo dei balneari
Scetticismo viene espresso dalle stesse organizzazioni balneari, dopo i tanti confronti con il governo e con la Commissione. Per Fiba Confesercenti più che sulle proroghe bisognerebbe puntare sulla prelazione e sulla valorizzazione dell’avviamento dell’impresa per i concessionari uscenti. «È indispensabile che il governo legiferi al più presto, – dice il presidente di Fiba, Maurizio Rustignoli –. La situazione attuale non è sostenibile». Secondo Confesercenti anche gli enti pubblici (Comuni e Regioni) agiscono senza un coordinamento (le Regioni tra l’altro non hanno neanche competenza in materia).
Quindi l’appello di Fiba è indirizzato al governo che deve stabilire le regole. «E le imprese devono essere coinvolte». Dalla Commissione europea comunque confermano che il dialogo è aperto: «La Commissione ha analizzato la risposta italiana del 16 gennaio 2024 . – spiega un portavoce –. I servizi della Commissione sono in dialogo con le autorità italiane per individuare una soluzione».
Il disegno di legge
L’urgenza della legge è anche dettata dal fatto che alcune Regioni hanno già incoraggiato i Comuni a pubblicare i bandi per le nuove assegnazioni e che in molti casi escludono gli indennizzi ai concessionari uscenti, elemento invece ritenuto fondamentale dalla Lega.
Nella sostanza, la validità andrebbe fino al 31 dicembre 2025 per le concessioni situate nelle Regioni con meno del 25% di spiaggia libera; fino al 31 dicembre 2027 per le Regioni con una percentuale tra il 25% e il 49% e fino al 31 dicembre 2029 per le Regioni con più del 49%.
Molto dettagliata la previsione dei requisiti per le nuove assegnazioni, il numero dei lavoratori del concessionario uscente, l’esperienza tecnica e professionale. Ma si valutano anche l’impegno ad assumere lavoratori sotto i 36 anni e i progetti di sviluppo degli impianti e dei manufatti, e l’offerta dei servizi turistici anche fuori stagione. Non è previsto un tetto per l’assegnazione di concessioni alla stessa impresa. Il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli critica la norma che stabilisce l’obbligo di assegnare almeno il 15% di litorali liberi in ogni regione mentre le spiagge già in concessione godranno di una durata variabile da uno a 5 anni, in base alla percentuale di occupazione costiera di ogni regione. «Si dà il via libera a nuove concessioni e alla privatizzazione e cementificazione totale», denuncia.