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Oliviero Toscani: «Ho una malattia incurabile, non so quanto mi resta». Che cos’è l'amiloidosi e la cura sperimentale
A diagnosticare la patologia al famoso fotografo è stato un medico di Pisa, Michele Emdin: «In un anno ho perso 40 chili»
CASALE. «Ho perso quaranta chili in un anno. So che il mio male è incurabile». Oliviero Toscani, il famoso fotografo che da anni vive in Toscana (a Casale Marittimo, in provincia di Pisa), racconta la sua malattia in una lunga intervista al Corriere della Sera. «Sto vivendo un'altra vita - spiega -. Vengo da una generazione, quella di Bob Dylan, dove eravamo forever young, il pensiero di invecchiare proprio non c'era. Fino al giorno prima di essere così, lavoravo come se avessi 30 anni. Poi una mattina mi sono svegliato e all'improvviso ne avevo 80».
Quando ha scoperto la malattia
È successo, spiega Toscani, «un po' prima di un anno fa. Alla fine di giugno mi sono svegliato con le gambe gonfie, ero in Val d'Orcia. Ho cominciato a fare fatica a camminare». A diagnosticargli la malattia, l'amiloidosi, è stato un medico di Pisa, Michele Emdin, professore di Cardiologia alla Scuola Sant’Anna di Pisa e direttore del dipartimento Cardiotoracico della Fondazione Monasterio: «In pratica le proteine si depositano su certi punti vitali e bloccano il corpo. E si muore. Non c'è cura».
La cura
Toscani, 82 anni, spiega di stare affrontando una cura sperimentale: «Faccio da cavia. A ottobre ho anche preso una polmonite virale e il Covid, mi hanno tirato per i capelli. Penso di essere stato anche morto, per qualche minuto: ricordo una cosa astratta di colori un po' psichedelici. Quando sto male e ho la febbre riesco a immaginare cose fantastiche... In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali».
Le paure
Sulla voglia di fare ancora fotografie dice: «No, mi sono liberato di tutto. È questa la bellezza». Ha paura di morire? «No, non ho paura. Basta che non faccia male. E poi ho vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero».