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Il dibattito

Scuola rinviata a ottobre, le ragioni del sì e quelle del no. Ma può davvero succedere?

di Ilenia Reali

	Settembre, tempo di spiaggia o di rientro a scuola?
Settembre, tempo di spiaggia o di rientro a scuola?

Il caldo nelle aule e gli operatori del turismo che chiedono più spazio per le vacanze. Dall’altro lato il rischio diseguaglianze e i problemi di chi lavora e ha figli

22 agosto 2024
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Il ceto medio sceglie settembre per le vacanze. Si spende meno, c’è meno caos, il sole è ancora alto e caldo, al lavoro non si litiga per avere le ferie, l’acqua è ancora bella tiepida e in Toscana le scuole non riaprono prima del 16 settembre. Due settimane che per la costa toscana si annunciano di «altissima stagione». È una tendenza già cominciata negli anni passati e per quest’anno si prevede in forte crescita. A beneficiare di più del cambio di abitudini sono le località di mare ma anche la campagna e le città d’arte che vedranno un bel flusso di turisti. Località dove se il cielo si ingrigisce si può abbandonare l’ombrellone e vedersi un museo o fare una passeggiata.

Il “sì” di chi lavora nel turismo

Gli operatori non lo nascondono e chiedono, in coro, come già accaduto a livello nazionale, di spostare la data del rientro a scuola al primo ottobre. Come era un tempo.
«Per il turismo sarebbe una cosa santa», si lascia scappare Francesco Tapinassi, direttore di Toscana Promozione. «Si potrebbe prendere atto che giugno è sempre più incerto – dice – mentre al contrario, settembre, ma anche ottobre, hanno un clima più mite favorirebbe la stagione balneare».

Agosto troppo caro per le vacanze

I turisti italiani, ma anche gli europei, stanno sempre più cercando di evitare la settimana di Ferragosto ormai diventata carissima (con tariffe medie di 300 euro all’isola d’Elba e di poco più basse in Maremma) e spostano le vacanze qualche giorno più avanti nel calendario. «I salari coprono sempre meno le spese e chi va a settembre si rende conto che si spende meno e si sta meglio», aggiunge Tapinassi. Settembre è un mese scelto per il mare ma anche la campagna, grazie alla vendemmia, resta attrattiva. La tariffa media cala di molti euro: in base alle prenotazioni effettuate online, dal 20 agosto al 20 settembre è di 164 euro che scende, dal primo settembre al 30 settembre, a 159 in Toscana e a 139 sulla costa. 

«Egoisticamente spero che inizino a ottobre»

«E recuperiamo le famiglie medie – aggiunge Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – che per noi sono importanti e ora soffrono per il rincaro complessivo delle vacanza e della vita in generale. Se il rientro delle scuole fosse spostato al primo ottobre, servirebbe a recuperare una bella fetta di presenze. Comprendo le difficoltà dei genitori ma egoisticamente non posso che sostenere la richiesta inoltrata al ministro Valditara».
Non è fuori dal coro Fabrizio Lotti, vice presidente nazionale dei balneari di Confesercenti, che tra i primi cominciò una conta rimasta nella memoria degli appassionati dei social. Un paio di anni fa non fece terminare il mese di agosto che ebbe quasi il doppio dei giorni effettivi: 32 agosto, 33 agosto... fino a quando non arrivò la pioggia e il tempo di chiudere i suoi ombrelloni. Ma era già metà ottobre.
«Anche quest’anno agosto continuerà ad oltranza», sorride Lotti. «La sensazione – aggiunge – è che avremo tanti bagnanti perché abbiamo perso con il maltempo tutto giugno e c’è ancora voglia di mare. Sostengo anch’io un rientro a scuola posticipato perché ci consentirebbe di rafforzare l’idea che l’estate non è finita soprattutto quando, come quella in corso, il meteo non è stato clemente».

L’assessora regionale contraria

Posticipare il rientro delle scuole al primo ottobre? Per l’assessora regionale Alessandra Nardini non è all’ordine del giorno. «Riaprire a ottobre - commenta l’assessora - significherebbe allungare il periodo di apertura fino a fine giugno perché la legge prevede che la scuola sia aperta almeno 200 giorni all’anno. I giorni a disposizione sono già pochi e, pur rispettando le legittime richieste degli operatori turistici, non sono d’accordo. L’Italia è già il Paese europeo con le vacanze più lunghe».

La richiesta di rinviare l’apertura al ministro

Un dibattito che nasce a seguito della richiesta dell’Associazione nazionale dei formatori, l’Anief, al ministro Giuseppe Valditara. «La richiesta è stata presentata dai nostri rappresentanti nazionali - dice Lorenzo Venza, vicepresidente toscano di Anief - perché il clima sta cambiando e andare a scuola, in classi con più di venti ragazzi per ogni aula, è insostenibile. Inoltre non sarà possibile garantire le immissioni in ruolo già dalla prima settimana e quindi, di fatto, i ragazzi non perderebbero lezioni».

Come funziona il calendario della scuola

A decidere il calendario scolastico è la Regione ma devono essere garantiti 200 giorni di lezioni e gli spazi di manovra sono tutto sommato abbastanza stretti perché tolte le vacanze natalizie e pasquali e le festività rimane qualche giorno che viene destinato al sabato e 5-6 giorni, non assegnati, per eventuali emergenze. Sono fissati dal ministero invece i giorni in cui cominciano gli esami di maturità e di terza media e gli scrutini. Per questo la richiesta è stata inoltrata a Valditara seppur, di fatto, la data di inizio la decida la Regione: la Toscana ha scelto da anni, usando un calendario perpetuo, di aprire il 15 settembre e chiudere il 10 giugno, se non cadono di domenica. Per quest’anno tra l’altro è tra le regioni in cui il rientro (lunedì 16) è tra i più posticipati.

I pro e i contro

A mantenere una posizione equidistante, provando a capire pro e contro, è il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Roberto Curtulo. «Teniamo conto - dice - che ci sono i giorni di recupero degli scrutini sospesi e che oggi portano via un periodo di tempo ad agosto. Le scuole riaprono il 23 agosto. Se per il personale sarebbe più comodo far slittare il rientro al primo ottobre va considerato che, comunque, sarebbero spostati in avanti gli esami di Stato lasciando inalterati i giorni di ferie. Per quanto riguarda i problemi di natura gestionale per l’affidamento delle cattedre cambierebbe poco: gli uffici di fatto sono sempre aperti e quindi l’iter viene comunque portato avanti. Non si modificherebbe molto. Se invece ipotizziamo di ridurre i 200 giorni previsti non potremmo farlo senza una riforma complessiva della legge della scuola. E onestamente, non ne vedo un’utilità effettiva. Dovremmo rivedere i programmi, le ore per ogni materia, probabilmente non potremmo più chiudere le scuole al sabato e forse valutare anche rientri pomeridiani».

Una questione di diseguaglianze

«Facciamo tre mesi di stop estivi - aggiunge l’assessora Nardini - ma scendere sul numero minimo di giorni vuol dire andare indietro rispetto alla didattica in un Paese in cui abbiamo un abbandono scolastico che ci preoccupa. Aggiungo che la scuola dà una risposta alle famiglie e questo aumenterebbe le differenze. Chi ha le possibilità manda i figli in vacanza. E gli altri? Creeremmo ulteriori disuguaglianze».

Nardini conclude affrontando il tema del caldo, quindi degli edifici scolastici. «Abbiamo un problema di aule, chi studia e lavora deve farlo in una situazione di comfort. E il caldo non aiuta. Abbiamo le risorse del Pnrr ma non sono infinite e non hanno risolto i problemi di un patrimonio edilizio vetusto. Il governo pensi quindi a darci le risorse per avere strutture che ci consentano di adattarci. Se decidiamo che la scuola è centrale, dobbiamo essere conseguenti».

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