Il Tirreno

Il personaggio

Il compleanno di dj Cioni, a tre anni dalla morte si ricorda l’eterno ragazzo: «L’avrebbe festeggiato così...»

di Francesca Suggi
Il compleanno di dj Cioni, a tre anni dalla morte si ricorda l’eterno ragazzo: «L’avrebbe festeggiato così...»

Livorno, la moglie e gli amici più stretti ricordano l’imperatore della disco music che oggi avrebbe compiuto 70 anni. Dini: «Il suo spirito di eterno ragazzo sempre tra noi»

14 ottobre 2024
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«September» della band Usa Earth, Wind & Fire sarebbe stata la colonna sonora del suo 70esimo compleanno. Sparata. E poi la musica funky, la sua grande passione diventata mestiere, e quindi arte. «Sicuramente ci saremmo inventati una grande festa nella sua Livorno, tipo “Riccardo Cioni 70esimo anno” con i suoi amici e la famiglia a cui teneva tanto». Giovanni Frau il fulltaniano. Frau dj e amico fraterno del re dei dj. Sì perché Riccardo Cioni oggi avrebbe compiuto 70 anni e non si dimentica il compleanno di un mito, di chi a suon di musica e mixaggi divini ha reso speciale la giovinezza di tanti. Di generazioni. E quando se ne è andato, troppo presto, nel gennaio di 3 anni fa, è come se fosse calato il sipario sugli anni verdi di chi, nato in Toscana tra i Sessanta e i Settanta, con lui ha riempito serate e momenti di sogni, ritmo, leggerezza, voglia di volare insieme a lui, imperatore della consolle.

Un colpo al cuore per Livorno. E per tutta la Toscana. Per tanti big che nonostante ascese e carrierone portano sempre nel cuore il maestro Dj full time. Tipo? Carlo Conti. «Lunga vita a Dj full time, sarà sempre nei nostri cuori, ha fatto scuola per noi dj di quel periodo: un faro. Ha insegnato un modo di far divertire la gente, la pista doveva essere sempre piena e si doveva sempre gasare il pubblico. Era il mio modello».

Le parole dello showman sparate al quarto memorial in onore del maestro dell’intrattenimento il 9 agosto scorso.

Memorial, murale, un’associazione a lui dedicata che sta portando avanti in maniera concreta il ricordo di un uomo. Un dj. Un precursore dei tempi. Dietro c’è Giovanni Frau, c’è Vittorio l’Indiano, c’è la moglie Brunella Dini, c’è il figlio Valerio. Brunella Dini chiude gli occhi e pensa a come è sempre stato questo giorno. Prima. E come lo è adesso. «Per tutti noi il 14 ottobre ha sempre avuto il profumo di una festa nazionale, che non si limitava a quel singolo giorno. Già la sera prima, a mezzanotte, nel locale di turno dove Riccardo era ad esibirsi, iniziava la celebrazione con gli amici, che poi continuava per tutto il giorno dopo, prima in famiglia e dopo si concludeva la sera in un altro locale durante un altro spettacolo. Riccardo, con il suo carattere allegro e festaiolo, adorava il proprio compleanno e vi partecipava con grande piacere».

Brunella Dini racconta l’uomo. Va oltre la consolle. «Da quando era diventato nonno, poi, la festa era amplificata dalla presenza dei nipotini che davano gioia alla famiglia. Anche se gli anni passavano, Riccardo viveva quel giorno con lo stesso spirito da eterno ragazzo che lo ha caratterizzato e che riusciva a trasmettere a tutte le persone intorno a lui. Uno spirito che, a quasi quattro anni dalla sua scomparsa, ancora tende a rimanere identico». Lui, eterno ragazzo. E così faceva sentire chi alzava le mani davanti a lui, al ritmo dei suoi mixaggi, della sua voce. Lui, inventore della disco e del dj vocalist, il primo ad accompagnare la musica dance con la sua voce calda, intonata. «Per ricordare Riccardo, i suoi amici, compreso Edmondo Guidi (Mondo) che è arrivato da Londra, hanno organizzato una reunion per aspettare la mezzanotte e brindare al Dee Jay Full Time. Ci sono persone che lasciano un segno indelebile nella vita degli altri e, nel caso di Riccardo, questo segno è stato tracciato con la gioia e la spensieratezza», continua la moglie.

Nessuno ha più fatto ballare così. Ci prova Giovanni Frau insieme a Vittorio, ma è una mission impossible.

«Non era solo un dj per me, era un amico, eravamo legati a livello familiare: manca come uomo, a livello umano e lui non avrebbe mai mollato di stare davanti alla consolle. I suoi mixaggi sarebbero andati avanti, oggi le idee sui mixaggi sono finite. Tutti si basavano sulle sue. Noi abbiamo dato un contributo quest’estate per riportare un po’la sua musica, ma non siamo ai suoi livelli». Migliaia di fulltaniani oggi lo ricordano. E con lui i chilometri macinati in sella al Ciao o al Bravo – erano i simboli di quei tempi – per non bucare una sua serata. Il Kursaal, il Concorde, il Green Ship. Ma anche Calafuria erano i suoi templi dove la gioventù sognava. Dietro ai suoi capelli lunghi da eterno giovane c’era talento, e quanto.

L’esperienza di chi è stato imprenditore di se stesso e ha vinto. Fu lui a portare in Italia i dischi (inviati a pacchi di dieci al mese da una rivista americana cui era abbonato) degli Earth Wind and Fire, di Kool and The Gang e di altri gruppi cult della disco music) . E grazie a lui le radio private toscane arrivarono a livelli di audience mai raggiunti né prima né dopo. Generazioni ringraziano Riccardo Cioni. E custodiscono ancora gelosi quelle mitiche cassette che in quegli anni andavano a ruba.

E anche chi non c’era o ha sfiorato quegli anni d’oro guarda a Cioni come un mito comunque da ascoltare. Per capire che questa città tutta, Livorno, ringrazia. A partire dal murale in via dei Pensieri «che resterà sempre», come sottolinea e chiude Frau. «E l’orgoglio di aver creato un’associazione che ad oggi è riuscita a raccogliere soldi con serate di musica in onore di Riccardo e a donare 3 defibrillatori e ora siamo in corsa per una nuova donazione, un ecografo all’ospedale di Livorno».




 

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