Politica
Lewis Hamilton in rosso: non è tutto oro ciò che luccica
La Ferrari al bivio: rilancio in ottica Mondiale o maxi operazione di marketing per il brand?
Si racconta che l’ufficio della polizia municipale del Comune di Maranello sia in fermento da giorni, con varie telefonate partite all’indirizzo di prefetto e questore allo scopo di richiedere rinforzi in occasione del giorno del debutto di Lewis Hamilton al volante della Ferrari sul circuito di Fiorano. È sicuramente arduo azzardare dei paragoni, ma gli appassionati ricordano molto bene quanto successe alla “prima” di Michael Schumacher: era il novembre 1995 e la piccola cittadina modenese si riempì di migliaia e migliaia di persone venute da fuori, tra tifosi della Rossa e giornalisti di mezzo mondo. Nelle prossime ore potremmo assistere alle medesime scene, forse di più secondo alcuni. «Non riesco a immaginare quante persone ci saranno attorno alla pista – ha affermato il giornalista Roberto Chinchero, considerato uno dei massimi esperto di Formula uno, ai microfoni del podcast “James Allen on F1” –. Mi aspetto che le strade di Maranello e Fiorano siano piene di gente. Un qualcosa che non vediamo da anni. D’altronde, tutti i media nazionali, non solo quelli sportivi, stanno dando molto spazio ad Hamilton. Il mainstream ti racconta chi è Lewis, le sue passioni e i suoi interessi, la storia della sua carriera e il suo desiderio di concludere la carriera guidando una Ferrari».
Per l’inglese sette volte campione del mondo (105 Gran premi vinti, 202 podi e 104 pole position), il sogno si è avverato alla soglia dei 40 anni, compiuti proprio da pochi giorni (per l’esattezza ha festeggiato il compleanno lo scorso 7 gennaio). Troppi per un pilota a cui sono state affidate le speranze di rilancio in grande stile del Cavallino? No, rispondono in tanti, a cominciare da Piero Ferrari, figlio del Drake e vice presidente della casa di Maranello: «Io sono ottimista. Il campione non si discute, il personaggio ha un carisma enorme. Con Leclerc fanno una bella coppia. Lewis lo conosciamo da tempo, è un nostro cliente, gli piacciono le Ferrari. Spero che possa vincere da subito, ovviamente dipenderà dalla vettura che sapremo dare a lui e a Charles».
Appunto. La reale competitività di Hamilton sarà, per la maggior parte, determinata da quella espressa dalla macchina. Saranno, infatti, i tempi e i risultati in pista, insieme al fatto che Lewis dovrà dimostrare di non pensare alla “pensione” bensì ad inseguire nuove sfide, tra cui quella di lasciare un’impronta indelebile nella storia del motorsport, a stabilire una volta per tutte se l’onerosissima scelta della famiglia Elkann è stata azzeccata oppure no. Ci auguriamo che a Maranello siano convinti di avere stavolta una vettura vincente e superiore alle altre, perché il maxi ingaggio del pilota inglese non avrebbe avuto senso per puntare “solamente” al secondo posto tra i costruttori portandosi a casa un paio di vittorie e una sequela di podi. Se così fosse, sarebbe stato meglio forse dirottare tutti quei van carichi di soldi verso l’indirizzo di Adrian Newey, considerato il progettista più vincente di tutti i tempi e attualmente, dopo aver fatto vincere ben otto titoli Piloti alla Red Bull, direttore tecnico della Aston Martin. Con lui, con ogni probabilità, sarebbe bastato riproporre l’accoppiata Leclerc-Sainz senza avventurarsi nella scommessa-Hamilton.
Al momento, quindi, non è tutto oro quello che luccica. In mancanza di una Ferrari in grado di competere per il primo posto, a cosa potrebbe servire Hamilton? Se non ad avere vestita di rosso un’icona del motorsport mondiale, con un patrimonio netto personale di circa 290 milioni di dollari e con tutte le suggestioni che si porta dietro... La proprietà e il management Ferrari non sono certo insensibili rispetto alla visibilità abbinata ad Hamilton anche nel campo della moda, grande hobby del pilota inglese, e nell’ambito delle campagne e battaglie di integrazione ed ecologiste. A questo proposito, non deve infatti sfuggire che entro la fine del 2025 Ferrari presenterà la sua prima supercar elettrica, cambiando per sempre la storia del marchio. Una svolta voluta fortemente dal presidente Benedetto Vigna, il quale, in ogni occasione utile, si sgola per rassicurare clienti e appassionati rispetto a quella che sarà «una vettura alternativa e non sostitutiva delle endotermiche attuali, capace di rappresentare fino al 10 per cento della produzione totale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA