La ricetta di coach Sodini per la nazionale: «Puntare sui giovani. Il derby di Livorno? È da A1, ma serve tempo»
Il coach viareggino che allena gli azzurri Under 18 è in Toscana per il progetto “Ogni Regione Conta”
LIVORNO. «Qui ho firmato il primo contratto da professionista con l’allora Td Group Basket Livorno». Il pomeriggio di Marco Sodini alla palestra “Posar” di via Pera a Livorno inizia così. In un mare di ricordi di quello che è stato il suo inizio carriera. A distanza di anni il coach viareggino è tornato come allenatore federale all’interno del progetto Fip “Ogni Regione Conta”, iniziativa con l’obiettivo di dare slancio ai settori giovanili del territorio. «Con Livorno ho un’affinità particolare – spiega Sodini – grazie a Massimo Faraoni. Con lui ho iniziato la mia vera carriera. È una piazza unica per la pallacanestro. Nel mio anno in A1 da capo allenatore a Cantù eravamo sei allenatori toscani, cinque di scuola Don Bosco. Oltre a me Ramagli, Banchi, Diana e De Raffaele».
Una regione di nuovo in grande fermento.
«Vero. Ci sono sei squadre tra A1 e B Nazionale. È un grande momento, con realtà storiche come Livorno e Montecatini che stanno tornando a grandi livelli. Mi auguro che la Toscana torni a prendersi la leadership anche nella formazione di coach e giocatori perché il movimento ne ha bisogno».
Come si spiega questo calo nella formazione?
«Sono cicli fisiologici. E anche le forme di investimento dipendono dalla disponibilità economica. È un mondo che può portare un indotto importante e che su cui bisogna investire».
“Ogni Regione Conta”, un progetto che la vede protagonista.
«L’obiettivo è investire sui giovani. Queste sono generazioni che hanno avuto uno stop nella loro crescita sportiva per il Covid. È un evento che non va sottovalutato. Per far uscire i talenti serve più di fiducia della società negli allenatori e che quest’ultimi rischino lanciando i ragazzi».
Per una Nazionale che possa tornare protagonista.
«Certo. Questo è un discorso che va fatto sul lungo periodo. In Italia siamo abituati ad avere aspettative poco equilibrate. Nei ranking giovanili siamo tra le prime dieci, non è facile avere sempre una generazione di fenomeni. Possono capitare degli incidenti di percorso. Noi dobbiamo lavorare per dare alla Nazionale maggiore più scelta possibile. Poi il fenomeno alla Gallinari è un evento poco programmabile».
Due battute su due piazze toscane: a Pistoia una situazione delicata con Rowan.
«Se c’è una terra in cui siamo bravi a uscire dalle difficoltà quella è la Toscana. Devono affidarsi alla loro toscanità per risollevarsi».
E poi Livorno, tornata dopo trent’anni nel basket che conta.
«Tanti si augurano il derby in A2, ma quella è una partita che vale l’A1. In città ci sono tante persone con buone idee e la giusta programmazione. Ma serve tempo. È meglio fare 10 anni di A2 o di Serie B che diventare una meteora». l