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Ciclismo, l’Italia ha forato

di Stefano Fiori
Ciclismo, l’Italia ha forato

Per il 2023 l’autorevole sito Cycling Quotient boccia gli azzurri. Secondo i risultati il migliore è Ganna, ma è solo quattordicesimo

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Difficile dare un voto al ciclismo italiano al termine della stagione 2023 appena conclusa in Cina, con il Tour di Guangxi. In questa gara dal ricco montepremi, si è vista un po’ d’Italia, con Elia Viviani e Jonathan Milan che hanno vinto rispettivamente la prima e la seconda tappa, mentre nella classifica finale i migliori sono stati Giovanni Aleotti, 14°, e l’ex iridato dei dilettanti Filippo Baroncini, 20°. Un 2023 che può essere fotografato dando un’occhiata alle deprimenti (per i nostri ciclisti) classifiche dell’autorevole sito Cycling Quotient, che a differenza del World Tour - dove sono prese in considerazione solo le corse più importanti - attribuisce punteggi a tutti i vincitori e ai piazzati di qualsivoglia competizione organizzata in ogni parte del mondo. I numeri sono davvero impietosi per il movimento ciclistico italiano. Nel ranking generale, dominato da Pogacar davanti a Vingegaard, Eveneoel, Roglic e Van Aert, il migliore degli italiani è "Top" Filippo Ganna, 14°. Scendendo la classifica troviamo Giulio Ciccone 27°, Andrea Bagioli 57°, Damiano Caruso 58°, Diego Ulissi 67°, Simone Velasco, campione italiano, 89°, Davide Formolo 100° e nelle retrovie Alberto Bettiol, addirittura 184°. Nella classifica dei plurivittoriosi svetta lo sprinter belga Jasper Philipsen con 19 successi, mentre Ganna e Ciccone sono appaiati al 21°posto con sei vittorie a testa. Infine è desolante pure il ranking per nazioni, capeggiato dal Belgio davanti a Danimarca, Francia, Slovenia, Spagna, Inghilterra e Olanda, mentre l’Italia si è dovuta accontentare di un umiliante ottavo posto che cozza con la nostra tradizione ciclistica. Aggiungiamo che i ciclisti italiani hanno totalizzato soltanto 13 vittorie nelle gare targate World Tour e si tratta soltanto di tappe nei vari giri. Inutile ribadire che nel circuito World Tour non esistono team italiani e così la faccia è stata salvata da formazioni con licenza Pro Tour come Green Project-Bardiani-CSF 24esima in graduatoria, vincitrice di 15 gare, 6 con l’eritreo Henok Mulubrhan 4 con Enrico Zanoncello; da citare pure l’accoppiata vincente del promettente diciannovenne Giulio Pellizzari, successo di tappa e secondo posto assoluto al Tour dell’Avvenire e un primo posto del debuttante toscano Filippo Magli. In evidenza la Eolo Kometa gestita da due "monumenti" come Ivan Basso e Alberto Contador, 27esima con 4 successi e un voto d’incoraggiamento per la "toscanissima" Corratec-Selle Italia (ha sede a Montecatini Terme), 35esima in classifica, guidata da Fabiana Luperini, Franceso Frassi e Serge Parsani: 4 le vittorie ottenute da German Tivani, Nicolas Dalla Valle, Attilio Viviani e Davide Baldaccini. Nelle 18 squadre World Tour militano attualmente soltanto 55 ciclisti italiani, una cifra assai ridotta se si considera che solo pochi anni fa erano quasi 150.

Gettando uno sguardo alle migliori performance, la menzione principale spetta a Lorenzo Milesi, 21 anni, team Professional DSM e fidanzato della campionessa toscana di ciclismo Vittoria Guazzini. Milesi ha conquistato la maglia iridata della crono Under 23 e ha vinto il prologo del Giro di Spagna indossando la maglia amarill. Per le gare a tappe è ancora in auge il 35enne Damiano Caruso, 4° al Giro d’Italia dove ha brillato pure l’ex tricolore Filippo Zana (en passant primo nel Giro della Slovenia), vincitore di una bella tappa e nei 20 in classifica davanti al meno brillante del solito Lorenzo Fortunato, comunque vincitore in Spagna della Vuelta delle Asturie. Nelle corse in linea segnali promettenti sono giunti da Filippo Ganna, 2° nella Milano-Sanremo e 6° nella Parisgi-Roubaix e, in extremis a fine stagione, da Andrea Bagioli, primo nella Gran Piemonte e stupendo secondo nel Giro di Lombardia. Tra le ruote veloci, leggasi sprinter, si è segnalato il corazziere Jonathan Milan, con quattro successi. Giulio Ciccone ha riportato in Italia la maglia ciclamino del Gp della Montagna al Tour de France. Gianni Moscon si è perso nei fanghi della Roubaix vinta da Colbrelli e che a un certo punto sembrava appannaggio di Moscon. Era il 2022 e sembra passato un secolo. l

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