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Il “piccolo” e il “gigante”, ecco gli eroi della Nazionale

Il “piccolo” e il “gigante”, ecco gli eroi della Nazionale

Raspadori decisivo, ora per Immobile il “posto” è a rischio. E Donnarumma ha sigillato la porta con numeri eccezionali

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ROMA. È valsa il riscatto dell’Italia, ma anche di Gianluigi Donnarumma, la “doppietta” azzurra in Nations League, con i successi contro Inghilterra e Ungheria. Ed oltre ad aver rivisto al meglio il suo numero uno, il Ct Roberto Mancini ha gioito per la conferma di avere tra le mani una giovane gemma di nome Giacomo Raspadori, 22 anni, a segno in entrambe le partite e sempre più leader della manovra d’attacco. Specie in casa dei magiari le parate di Donnarumma hanno dato un apporto determinante allo 0-2 finale.

Una prestazione che gli ha meritato il voto più alto nell’11 del Ct Mancini, contribuendo ad allontanare il ricordo di quel 5-2 contro la Germania dello scorso giugno, quando un suo rinvio sbagliato favorì la quinta rete tedesca e venne sommerso dalle critiche.

Per “ripartire” e “ridare entusiasmo” ad ambiente e sostenitori, l’Italia aveva bisogno di questi due successi (che l’hanno promossa alle Final Four del torneo che si giocheranno a giugno in Olanda), ha gioito il portierone del Paris SG. Consapevole, tuttavia, che per rimaginare la “ferita aperta” della seconda, consecutiva, mancata qualificazione al Mondiale, servirà ben altro.

«Può capitare un errore, ma devi rimanere concentrato, lavorare al massimo e capire dove hai sbagliato» ha sottolineato Donnarumma quando gli è stato ricordato quello svarione, al quale allora aveva reagito stizzito nelle interviste post-partita.

Quell’incertezza a molti ne aveva ricordata una simile, commessa in Champions League contro il Real Madrid. «Se vogliamo fare polemica a tutti i costi...» aveva replicato Gigio, toccando forse il punto più basso del suo feeling con l’azzurro.

La scintilla si è riaccesa nella Puskás Arena di Budapest: «Ora devo continuare così, per tutta l’Italia e per chi crede in me» è la promessa di Donnarumma. In Raspadori – originario di Bentivoglio, in provincia di Bologna – il fuoco sacro di chi vive per il gol arde in continuazione, come avevano scoperto già al Sassuolo e sta confermando ora che veste la maglia del Napoli. Non altissimo (1,72), veloce senza però perdere in lucidità tattica, imprevedibile, il viso da boy scout in gita, è l’immagine dell’Italia che vuole risollevarsi ed intanto oscilla tra l’estasi dell’Europeo vinto un po’ a sopresa e la batosta dell’assenza in Qatar. Esempio di tecnica sopraffina – dal pallone arpionato in volo, al destro che gli imprime una parabola imprendibile – la rete all’Inghilterra; di un innato istinto per il gol quella contro l’Ungheria, quando ha trasformato in oro un’azione che sembrava esaurita. Doti che l’hanno portato a realizzare già cinque centri in 15 presenze azzurre. Sulla schiena ha il 10, ma per capacità realizzative è un vero numero 9. Proprio quello che serviva a Mancini per risvegliare l’orgoglio dell’Italia senza rinunciare a vederla giocare nel modo che più lo stimola, con una punta che “sente” la porta, spezza al centro le difese avversarie, ma può muoversi su tutto il fronte d’attacco. “Jack” Raspadori è un piccolo gioiello, che ha solo bisogno di essere incastonato nel modo giusto.

Da capire adesso quali saranno le scelte di Mancini soprattutto in attacco, visto che gli azzurri sono tornati a segnare in coincidenza con l’assenza di Immobile, reduce da una serie di prestazioni sfortunate, mentre con la maglia della Lazio segna sempre a raffica. Ma Immobile a questo punto, visti Raspadori e Scamacca, con l’alternativa Gnonto oppure Gabbiadini (anche se non ha brillato nel periodo in cui è stato utilizzato), dovrà davvero tirare fuori tutte le sue armi anche in azzurro, perché il Mancio ora sembra aver trovato la quadra che cercava da tempo.

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