Tentato omicidio nel night di Prato: chieste condanne per 50 anni. Gli imputati
È l’aggressione che, nel luglio dell’anno scorso, ha dato il via all’escalation criminale cinese
PRATO. Sono arrivate ieri, 22 aprile, le prime pesanti richieste di condanna per il tentato omicidio che il 6 luglio dell’anno scorso dette il via all’escalation criminale nella comunità cinese di Prato di cui ancora non si vede la fine: la cosiddetta “guerra delle grucce” a cui poi si è aggiunta la “guerra della logistica” con incendi in Italia e all’estero.
Il pubblico ministero Laura Canovai ha chiesto condanne per complessivi 50 anni di reclusione nei confronti dei cinque imputati cinesi che sono accusati di aver tentato di uccidere il loro connazionale Zhang Chang Meng, accoltellato all’interno del locale notturno Number One di via Scarlatti.
Gli imputati, difesi dagli avvocati Alessandro Fantappié e Manuele Ciappi, sono Chen Yunlong, Zheng Zukun, Zheng Xunbing, Lin Xianluan e Hu Yuncan. Insieme a loro, che furono arrestati pochi giorni dopo dalla polizia tra la Calabria e la Sicilia, c’era anche Nengyin Fang, che è stato rintracciato un paio di settimane fa in un ristorante di Padova e che verrà giudicato separatamente. Si procede col rito abbreviato e il pubblico ministero, come detto, ha chiesto che i cinque imputati vengano condannati a 10 anni di reclusione a testa, una pena molto alta tenuto conto del reato contestato e dello sconto fino a un terzo garantito dal rito.
Ma la Procura, così come la parte civile rappresentata da Costanza Malerba, è convinta che l’aggressione sia stata particolarmente efferata e che i cinque non meritino altri sconti. I difensori contestano questa tesi e con l’avvocato Fantappié hanno chiesto che l’accusa venga derubricata da tentato omicidio a lesioni personali gravi, sulla base di una perizia del consulente di parte Brunero Begliomini che ha riscontrato sul corpo dell’aggredito tre ferite da arma da taglio, di cui una potenzialmente mortale. Secondo gli avvocati però bisogna provare che i cinque volessero davvero uccidere. L’avvocato Fantappié ha sottolineato che l’aggressione dura appena 31 secondi, al termine dei quali gli aggressori desistono e il ferito si rialza e sale sull’auto di un amico. Uno degli aggressori si sarebbe poi avvicinato al finestrino urlando: «Fai attenzione! La prossima volta ti ammazziamo».
Che l’accoltellamento sia legato a contrasti tra produttori di grucce per il ricco mercato dei pronto moda lo conferma anche la vittima dell’aggressione, che una volta scampato per miracolo alle coltellate, dopo diversi interventi chirurgici, ha detto agli inquirenti che secondo lui il commando omicida voleva dare un segnale a chi opera in quel settore. Lui stesso, già condannato per l’omicidio di Zhijian Su, commesso nel marzo del 2006 a San Giuseppe Vesuviano, ha interessi nel settore delle grucce, un mercato dove a un certo punto un “cartello” di imprese cinesi ha tentato di imporre il prezzo. Qualcuno però avrebbe cercato di non sottostare alle imposizioni e si è scatenata la violenza.
Il giudice dell’udienza preliminare Camilla Tesi, dopo aver ascoltato tutte le parti ha rinviato al prossimo 29 aprile per le repliche. Lo stesso giorno pronuncerà la sentenza. I cinque imputati sono stati riportati nel carcere della Dogaia.