Il Tirreno

Prato

Le indagini

Prato, i pacchi incendiari nei depositi della logistica azionati da un radiocomando – Video

di Paolo Nencioni

	Gli indumenti bruciati ammassati nel piazzale della Xsd di via dei Confini
Gli indumenti bruciati ammassati nel piazzale della Xsd di via dei Confini

È il secondo attacco agli stessi soggetti cinesi dopo quello di luglio in via Nottingham: una guerra per il controllo del settore

3 MINUTI DI LETTURA





PRATO. Viene da lontano il triplice attentato incendiario di domenica 16 febbraio, i tre pacchi che hanno appiccato le fiamme nei magazzini della Acca di Seano, della Xsd in via dei Confini a Prato e della Elt Express di via di Maiano a Campi Bisenzio, tre spedizionieri cinesi finiti nel mirino, evidentemente, di altri cinesi.

E non è stata, come si poteva pensare in un primo momento, una rappresaglia a scoppio ritardato per l’incendio appiccato il 15 luglio dell’anno scorso alla Xin Shun Da di via Nottingham. No, è stata la seconda fase di una medesima strategia, perché una delle tre aziende prese di mira, la Xsd, altri non è che la Shun Da, costretta a trovarsi un altro magazzino, in via dei Confini, dopo l’incendio di via Nottingham. Dunque qualcuno ha voluto dare il colpo di grazia, oppure un secondo avvertimento, agli stessi soggetti che erano già stati colpiti sette mesi fa. Non solo a loro, come si vede.

È la “guerra della logistica”, il cui episodio più eclatante, l’incendio di tre pronto moda il 12 settembre 2022 in via Gora del Pero, era già stato preceduto da altri due incendi a Prato e Montemurlo, appiccati ad aziende facenti capo allo stesso titolare di uno dei tre pronto moda bruciati nel 2022, “colpevole” di non aver accettato le regole imposte da un cartello che vuole imporre i prezzi delle grucce, gli appendiabiti usati dai pronto moda, un affare da cento milioni l’anno.

Secondo un’ipotesi che non ha ancora trovato conferma nelle carte di un’inchiesta, ma che è fondata, sarebbe in corso un braccio di ferro tra almeno cinque imprese cinesi operanti nel settore della logistica. Le tre colpite all’alba di domenica sono quelle dominanti, mentre le altre due hanno meno clienti e forse pretendono una fetta più grossa della torta. Sia come sia, il messaggio è chiaro e non è escluso che provochi in futuro una rappresaglia ancora più grossa.

Di sicuro chi ha agito sabato notte ha dato prova di una competenza tecnica non indifferente. Gli artificieri mandati sul posto dal procuratore Luca Tescaroli hanno trovato in ognuno dei tre pacchi incendiari un detonatore collegato a una batteria e a una bottiglia contenente etanolo, benzene e una sostanza che diventa gelatinosa al contatto con l’aria. Si è pensato che potesse esserci un timer, ma in realtà l’innesco è stato azionato da un radiocomando. Lo proverebbero le immagini delle telecamere di sorveglianza che vedono uno stesso soggetto azionare il radiocomando alle 5,15 davanti alla Acca di via Copernico a Seano, poi alla Xsd in via dei Confini a Prato e infine davanti alla Elt Express di via dei Confini a Campi Bisenzio, che dista poche centinaia di metri dalla Xsd. Si è anche saputo che i tre pacchi sono stati consegnati nei giorni scorsi dallo stesso furgone per conto di un’azienda che dichiarava di volerli spedire in Francia. Questo è un punto ancora non chiarito della vicenda, perché se il mandante dei tre attentati fosse proprio quell’azienda avrebbe messo senza motivo una “firma” che equivarrebbe a una sentenza di condanna. Quasi certamente però i documenti di trasporto sono stati falsificati e il vero mittente è un altro.

Quel che è certo è che la “guerra della logistica” ha fatto un pericoloso salto di qualità e non finirà presto. 

Primo piano
L'allarme

Aereo ko, atterraggio d'emergenza all’aeroporto Galilei di Pisa: a bordo 130 passeggeri diretti a Londra

di Danilo Renzullo
Sani e Belli