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Prato, nasce una “Little Islamabad” dentro Chinatown

di Riccardo Tempestini

	La passeggiata organizzata in via delle Segherie in occasione del Capodanno cinese
La passeggiata organizzata in via delle Segherie in occasione del Capodanno cinese

In via delle Segherie tanti cinesi hanno comprato dagli italiani per affittare le case ai pachistani

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PRATO. I cinesi non c’erano perché ancora al lavoro, ma avevano lasciato aperti i cancelli delle corti annesse alle loro abitazioni e così, venerdì pomeriggio la camminata alla scoperta di via delle Segherie, a soli 50 metri da Porta Pistoiese, organizzata per il capodanno cinese da Dryphoto arte contemporanea con sede proprio qui, è stata una vera scoperta per quel gruppo di pratesi che avevano sfidato vento e freddo.

«Via delle Segherie è un piccolo borgo ai margini del Macrolotto Zero con una presenza sempre maggiore di nuovi cittadini orientali, ma dove la “danza del Drago” pur passando vicina non arriva – spiegano gli organizzatori – La finalità è provare a fare comunità e vicinato attraverso l’arte nei suoi luoghi, condividere l’aria di festa. Un’occasione per uscire dalle case, conoscersi in un momento dal carattere di festa, ascoltare racconti e raccontarsi. Favorire la conoscenza per cercare di superare pregiudizi. Magari con il supporto di spezie, zenzero e the o vin brulé e biscottini».

Gisella Curti e Andrea Abati sono gli autori dell’installazione sitespecific, una serie di bandiere similcinesi e quattro letture di alcuni brani del libro “Via delle segherie. Prato, la città che cambia” edito da Gli Ori nel 2022, scritto da Gisella Curti, tutto la leggere e da far leggere, dove le residenti raccontano il cambiamento nel quartiere e la nostalgia del tempo passato.

Nel frattempo pero alcune fra le più anziane non ci sono più e gli eredi non sono rimasti a vivere qui, ma hanno venduto a cinesi, quasi sempre a prezzi davvero fuori mercato, come in Giolica. Ma qui non vengono ad abitarci neppure i cinesi: le case vengono affittate ai pachistani, quasi sempre dipendenti dei cinesi, ma ci sono anche case-dormitorio, con il vantaggio di essere a poca distanza dai laboratori e confezioni. Su queste trasformazioni, alcune davvero inaspettate, sicuramente hanno vigilato gli appositi uffici tecnici comunali per evitare possibili abusi edilizi in una zona in continua evoluzione, con sempre meno pratesi e sempre più cinesi, ma sopratutto pachistani e bengalesi.
 

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