Prato, nasce una “Little Islamabad” dentro Chinatown
In via delle Segherie tanti cinesi hanno comprato dagli italiani per affittare le case ai pachistani
PRATO. I cinesi non c’erano perché ancora al lavoro, ma avevano lasciato aperti i cancelli delle corti annesse alle loro abitazioni e così, venerdì pomeriggio la camminata alla scoperta di via delle Segherie, a soli 50 metri da Porta Pistoiese, organizzata per il capodanno cinese da Dryphoto arte contemporanea con sede proprio qui, è stata una vera scoperta per quel gruppo di pratesi che avevano sfidato vento e freddo.
«Via delle Segherie è un piccolo borgo ai margini del Macrolotto Zero con una presenza sempre maggiore di nuovi cittadini orientali, ma dove la “danza del Drago” pur passando vicina non arriva – spiegano gli organizzatori – La finalità è provare a fare comunità e vicinato attraverso l’arte nei suoi luoghi, condividere l’aria di festa. Un’occasione per uscire dalle case, conoscersi in un momento dal carattere di festa, ascoltare racconti e raccontarsi. Favorire la conoscenza per cercare di superare pregiudizi. Magari con il supporto di spezie, zenzero e the o vin brulé e biscottini».
Gisella Curti e Andrea Abati sono gli autori dell’installazione sitespecific, una serie di bandiere similcinesi e quattro letture di alcuni brani del libro “Via delle segherie. Prato, la città che cambia” edito da Gli Ori nel 2022, scritto da Gisella Curti, tutto la leggere e da far leggere, dove le residenti raccontano il cambiamento nel quartiere e la nostalgia del tempo passato.
Nel frattempo pero alcune fra le più anziane non ci sono più e gli eredi non sono rimasti a vivere qui, ma hanno venduto a cinesi, quasi sempre a prezzi davvero fuori mercato, come in Giolica. Ma qui non vengono ad abitarci neppure i cinesi: le case vengono affittate ai pachistani, quasi sempre dipendenti dei cinesi, ma ci sono anche case-dormitorio, con il vantaggio di essere a poca distanza dai laboratori e confezioni. Su queste trasformazioni, alcune davvero inaspettate, sicuramente hanno vigilato gli appositi uffici tecnici comunali per evitare possibili abusi edilizi in una zona in continua evoluzione, con sempre meno pratesi e sempre più cinesi, ma sopratutto pachistani e bengalesi.