Il Tirreno

Lucca

La tragedia

Indagata per omicidio colposo la mamma della neonata morta a Lucca

di Luca Tronchetti
L'ospedale di Lucca (foto d'archivio)
L'ospedale di Lucca (foto d'archivio)

Gli esami tossicologici sulla piccina chiariranno le cause

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LUCCA. Omicidio colposo. É questa l’ipotesi di reato a carico di Eva Casciaro, 21 anni, nata a Prato e che sino a poco meno di due anni fa ha vissuto a Monsummano Terme, la mamma della bimba nata il 2 gennaio scorso e morta nella camera da letto dell’abitazione nel quartiere dell’Arancio che condivideva con il compagno e padre della neonata. Il sostituto procuratore Vito Bertoni ha notificato, come atto dovuto, l’informazione di garanzia alla madre in modo che potesse nominare due legali di fiducia di Prato e un consulente di parte (l’anatomopatologo Brunero Begliomini) in seguito al conferimento dell’incarico dell’ufficio requirente al medico legale Marco Di Paolo, responsabile dell’unità operativa della medicina legale di Pisa, e al neonatologo Vincenzo Nardini, direttore di anatomia patologica 2 all’università di Pisa.

L’autopsia

Si è svolta nella tarda mattinata di ieri al Santa Chiara alla presenza del consulente medico legale del padre e dei nonni paterni della neonata (parti offese nel procedimento) assistiti dall’avvocato Francesco Guastapaglia. Poco dopo le 14, al termine del riscontro diagnostico, la salma è tornata a disposizione del pm che la restituirà alla famiglia per la sepoltura. Saranno fondamentali i risultati degli esami tossicologici sul corpicino della piccina. Gli inquirenti vogliono essere certi che la neonata – direttamente o indirettamente – abbia ingerito sostanze nocive rivelatasi letali e in quel caso avere certezza sulle responsabilità di terze persone in ambito familiare visto che il dramma sarebbe da attribuire a negligenza, imperizia e imprudenza o di mancata conoscenza di principi elementari legati alla trasmissione di sostanze al bambino attraverso il latte materno. Ed Eva Casciaro, la giovane mamma, è stata l’ultima persona a vedere la neonata in vita avendola allattata al seno. Viceversa, nel caso in cui non emergesse un rapporto causa-effetto, si parlerebbe di un caso di Sids, la morte in culla, un decesso improvviso e inspiegabile al sotto di un anno di vita. Nel frattempo proseguono gli accertamenti della Squadra Mobile che ha sequestrato, tra l’altro, dalla casa di viale Castracani un cucchiaino e una bottiglia con tracce di sostanze narcotiche e inviando gli atti in procura.

Il dramma

Attraverso le testimonianze sono stati ricostruiti i momenti precedenti al dramma. La piccina dormiva nel letto con i genitori. Dopo la “poppata” la madre si è rimessa a dormire. Il padre, un lucchese di 31 anni che lavora in un’azienda specializzata in coperture, verso le 7,30 di venerdì si è svegliato e ha dato una carezza alla compagna e alla bimba, ma la piccina era immobile. Ha acceso la luce e ha visto un rivolo di sangue che le colava dalle narici: era cianotica e non respirava. Così ha svegliato la convivente, hanno caricato in auto la bimba e si sono precipitati al San Luca. Ma i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso. La madre è stata sottoposta al test antidroga: non si conosce l’esito dell’accertamento.

La separazione

Dopo la tragedia la coppia è andata in crisi. La giovane indagata è tornata a vivere con il padre a Prato mentre il compagno con i genitori. La coppia si era conosciuta due anni fa e la ragazza in quel momento lavorava con contratto di apprendistato come aiuto chef in un locale della Valdinievole.

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