Mazzetti: «Tre agenti per 130 detenuti, ma alla Dogaia fanno anche troppo»
La deputata di Forza Italia è tornata nel carcere di Prato e non ha cambiato idea dopo le polemiche di agosto quando dette un giudizio sostanzialmente positivo della struttura dove cinque detenuti si sono tolti la vita in meno di un anno
PRATO. Tre agenti per controllare 130 detenuti. Questa la situazione descritta dalla deputata di Forza Italia Erica Mazzetti, che oggi, 22 novembre, è tornata nel carcere della Dogaia dopo la visita fatta lo scorso agosto che provocò qualche polemica il suo giudizio sostanzialmente positivo della casa circondariale dove in meno di un anno cinque detenuti si sono tolti la vita.
«In vista del consiglio comunale straordinario di domani (oggi per chi legge, ndr) – dice la deputata di Forza Italia – sono tornata in visita al carcere di Prato. Il problema più grave del carcere di Prato, come già avevo denunciato ad agosto, è la pianta organica, perché mancano dipendenti e figure apicali. Per esempio, dovrebbe esserci un direttore e due vice ma anche un ispettore e tre vice e così via. Quello della Dogaia è il carcere più grande della Toscana, con circa 600 detenuti e un’alta percentuale di stranieri, oltre il 60%. Per esempio, nella media sicurezza che ho visto oggi ci sono oltre 130 detenuti e 3 agenti. Posso confermare che il personale fa il massimo e cerca di ascoltare e sostenere tutti, cercando di assecondare le richieste. Altro aspetto su cui intervenire sono gli impianti, principalmente le docce – in un reparto perdono molta acqua – e il riscaldamento. Di recente si è aggiunto il problema delle cimici, pare portate da un detenuto proveniente da Sollicciano. Questi sono i punti su cui battersi e su cui chiedere un impegno a tutte le Istituzioni. In questi mesi ho visitato anche altre carceri, come Sollicciano, e posso confermare quanto dissi ad agosto, salvo poi essere oggetto della solita campagna d’odio della sinistra: Prato, per le risorse e per l’organico a disposizione, fa molto, fa anche troppo. Sicuramente si può fare di più, ma non ha senso la propaganda ideologica e allarmistica della sinistra, sempre pronta a cavalcare anche i fatti più terribili pur di andare contro il governo. A settembre ho consegnato una relazione al Viceministro Francesco Paolo Sisto e, dopo il consiglio di domani, solleciterò altri interventi risolutivi».