Il Tirreno

Prato

La sentenza

Texprint, operai risarciti e integrati. Ma non c’era lo sfruttamento

di Pasquale Petrella
Texprint, operai risarciti e integrati. Ma non c’era lo sfruttamento

Il Sudd Cobas esulta e ricorda la lunga lotta sindacale durata quasi 10 mesi

02 novembre 2024
3 MINUTI DI LETTURA





PRATO. Dopo circa 3 anni è arrivata la sentenza del Tribunale di Prato sul caso della Texprint, la stamperia tessile di Prato a conduzione cinese, che per 9-10 mesi, a cominciare dal gennaio del 2021, ha visto davanti ai propri cancelli una dura lotta sindacale portata avanti dal Si Cobas con un numeroso gruppo di dipendenti della stessa azienda che lamentava una lunga serie di irregolarità nei loro confronti a cominciare dall’orario di lavoro che asserivano fosse di 12 ore al giorno per sette giorni continuativi a settimana.

La sentenza, vede da una parte la soddisfazione dell’azienda che sostiene che «il Tribunale di Prato ha riconosciuto che gli ex dipendenti non hanno lavorato un minuto in più rispetto alle ore previste dal contratto e regolarmente retribuite e che, quindi, il sistema paventato del 12x7 (dodici ore di lavoro per sette giorni a settimana) non è mai esistito in Texprint» sostenendo quindi di aver subito una vera e propria campagna diffamatoria nei confronti dei titolari dell’azienda.

Dall’altra però c’è la soddisfazione del sindacato che legge l’altra parte della sentenza. Quella che afferma che «tutti i licenziati saranno reintegrati. L'azienda è stata condannata a pagare complessivamente 400mila euro di risarcimenti ad undici operai, più contributi previdenziali ed assistenziali dalla data del licenziamento fino a quella della reintegra, più spese legali e processuali – si legge nella nota del Sindacato unione democrazia dignità (Sudd) Cobas – Tutti i contratti di apprendistato (che furono “il cuore” della vertenza) sono stati dichiarati illegittimi. I licenziati erano accusati di avere bloccato i camion merci in entrata ed uscita dell'azienda. “In quel modo non è sciopero, è violenza”, dicevano. Invece era sciopero, legittimo esercizio del diritto di sciopero».

«La sentenza di oggi (30 ottobre ndr) del Tribunale del Lavoro va messa accanto alle tante, tantissime sentenze degli ultimi anni che in sede penale hanno assolto operai e sindacalisti accusati di “violenza privata” – continua il comunicato del Sudd Coabs – Oppure alle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che hanno respinto i fogli di via ai sindacalisti che osano fare sindacato davanti ai cancelli».

Poi l’attacco anche nei confronti dell’allora sindaco di Prato, Matteo Biffoni, reo secondo i sindacati di non aver mai sostenuto gli operai e di essersi schierato in realtà con l’azienda. «L'epopea dei nove mesi alla Texprint è emblematica. L'intero “Sistema Prato” si schierò contro operai e sindacato. Non importava che un operaio poco prima dello sciopero avesse perso un dito per un infortunio causato dalla mancanza di sicurezza in fabbrica. Non importava il fatto che le denunce degli operai parlassero di turni di dodici ore dal lunedì alla domenica, violazione sistematica di tutti i diritti più elementari e che l'Ispettorato del lavoro avesse già dalla prima settimana accertato la presenza di lavoro nero e videosorveglianza illegale dei lavoratori. Il problema – lo “scandalo” - erano gli operai che bloccavano la produzione sdraiandosi davanti ai cancelli».

E il sindacato va giù duro: «Per invertire “buoni” e “cattivi” fu messa in campo una campagna di criminalizzazione e di vere e proprie menzogne senza precedenti. Era tutto chiaro: da una parte gli sfruttati, dall'altra gli sfruttatori. Ma Biffoni la definiva una “vicenda oscura”. Il “sistema Prato” aveva deciso che gli operai in sciopero erano violenti e bugiardi».

Poi il ricordo più doloroso: «Quando il presidio sindacale fu devastato da un assalto squadrista capitanato dai dirigenti dell'azienda mandando all'ospedale tre operai... I violenti continuarono ad essere gli operai che si sdraiano davanti ai camion».


 

Primo piano
Il report

Incidenti stradali in Toscana, quali sono le strade e le province più pericolose – La tabella

Sportello legale