Prato, dopo 14 anni riaperto il sottopasso di via Ciulli. La sindaca: «Contenti, ma non c’è niente da festeggiare»
Il tratto di strada dove morirono tre donne cinesi è rimasto a lungo sotto sequestro
PRATO. Meglio tardi che mai. Non si può dire altrimenti della riapertura del sottopasso ferroviario di via Ciulli, che ieri è tornato in funzione, 14 anni dopo l’allagamento che il 4 ottobre 2010 costò la vita a tre donne cinesi, Wang Donglan, Wang Jilan e Wang Chengwei, annegate all’interno della loro auto durante un violento nubifragio.
Erano anni che i residenti chiedevano il ripristino di un collegamento cruciale tra Narnali e Galciana e per questo ieri la sindaca Ilaria Bugetti ha chiarito subito che non c’era niente da festeggiare, aggiungendo che effettivamente 14 anni sono troppi per una faccenda del genere.
In realtà il Comune è tornato in possesso del sottopasso solo da poco più di due anni, quando la Procura, nel maggio del 2022, ha dissequestrato quel tratto di strada dopo un lunghissimo blocco dovuto prima alle indagini sulla morte delle tre donne e poi alle condizioni di sicurezza che non erano garantite.
Ora invece quelle condizioni, per quanto possibile, sono garantite, perché la strada è stata rimessa a posto e soprattutto è stata realizzata una cassa di espansione accanto all’ospedale Santo Stefano che dovrebbe impedire un tragico bis del 2010. In particolare il sottopasso è stato dotato di sensori e pompe idrovore. In caso di allagamento l’acqua verrà convogliata nel torrente Vella e di lì finirà nella Bardena. Se la Bardena non dovesse ricevere, come può capitare in caso di precipitazioni straordinarie, l’acqua finirebbe nella cassa di espansione accanto all’ospedale.
Questo in teoria. In pratica, ha spiegato il vicesindaco Simone Faggi, quando scatterà l’allerta arancione è quasi certo che il sottopasso verrà chiuso (c’è un semaforo e ci sono le transenne pronte), mentre in caso di allerta gialla i tecnici di Consiag Servizi Comuni, ai quali è affidata la gestione del sottopasso, lo terranno sotto controllo, pronti a mettere le transenne se il sottopasso si dovesse allagare.
Intanto ieri decine di residenti hanno assistito alla riapertura del collegamento e al passaggio delle prime auto, compresa una “Due cavalli” con clacson vintage.
C’era anche l’ex sindaco Matteo Biffoni, che non era ancora sindaco quando il sottopasso fu chiuso (c’era ancora Roberto Cenni). Ha fatto in tempo a concludere due mandati e a fare due figli prima di vederlo riaperto. Lui e gli altri hanno ancora negli occhi le drammatiche immagini che arrivano da Valencia e sono tutti coscienti che gli eventi climatici estremi non sono più rari come una volta. Per questo nessuno è in vena di proclami. Ci si accontenta di vedere riaperto il sottopasso e di garantire le condizioni perché nessuno possa più finirci dentro. Se poi si allagherà, come è probabile, sarà questione di aspettare che si asciughi e nel frattempo si continuerà a fare il giro da via Scarlatti.
«Quando abbiamo immaginato di riaprirlo – ha spiegato Biffoni – avevamo stanziato 60.000 euro pensando che bastassero. In realtà ce ne sono voluti più di 300.000 perché c’era da fare un sacco di lavori, compresi gli impianti elettrici. Ora siamo tutti contenti del risultato». La prova del nove sarà alla prossima grande pioggia.
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