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Prato, diminuiscono i fallimenti: ecco chi non ce l’ha fatta

di Paolo Nencioni
Prato, diminuiscono i fallimenti: ecco chi non ce l’ha fatta

Concessionarie auto, lanifici, ristoranti: le sentenze sono 49. La lista completa

05 gennaio 2023
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PRATO. Il primo è stato il Lanificio Firenze srl, che però aveva sede a Vaiano; l’ultima è stata una concessionaria di auto, la Sia (Società italiana automobili) di via Galcianese a Prato, a cui il giudice delegato Enrico Capanna ha staccato la spina alla fine di novembre. In mezzo ci sono altre 47 storie di aziende che non ce l’hanno fatta e sono state dichiarate fallite.

L’elenco dei fallimenti in provincia di Prato (parziale, perché a dicembre non ne risulta dichiarato nessuno e l’ultimo, come si diceva, è quello della Sia datato 30 novembre) quest’anno è un po’ più corto del solito. Sono 49, con una diminuzione di un quarto rispetto ai 66 dell’anno precedente.

Una tendenza che era emersa a livello nazionale già a settembre e segnalata da CherrySea, l’osservatorio sui tribunale fallimentari italiani, che aveva registrato una diminuzione del 20% delle procedure nei primi nove mesi dell’anno. Prato dunque non si discosta di molto dal trend complessivo. Da gennaio a settembre, dunque, sono stati 5.299 i nuovi procedimenti di fallimento giunti alle sezioni fallimentari dei 140 tribunali presi in considerazione dalle analisi dell’osservatorio. Un dato che segna una decisa diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari circa al 20% di nuove pratiche in meno.

La diminuzione dei fallimenti non è necessariamente un segnale di ripresa, come si potrebbe pensare. Sui numeri ha certamente inciso anche l’entrata in vigore, lo scorso 15 luglio, del nuovo Codice della crisi d’impresa, che ha fornito strumenti per valutare se un’azienda può essere salvata oppure se l’unica soluzione sia il fallimento, o liquidazione giudiziale come si chiama adesso.

Scorrendo l’elenco delle imprese dichiarate fallite a Prato si trovano nomi conosciuti, ragioni sociali sconosciute ai più e società che erano già in liquidazione da tempo. Tra i primi c’è Zhou Kuaimei, titolare della confezione Titti di via Avignone. Anche gli imprenditori cinesi, che qualche anno fa non fallivano quasi mai, ora falliscono e il signor Zhou è in buona compagnia (Wang Zhongmei, Chen Shengliang, Lin Fengyun, Hu Anelo Lang Lang, Li Derong). Nell’elenco sono rappresentati un po’ tutti i settori, dal tessile al commercio, dal terziario ai servizi. C’è la Manifattura Premiere di Prato, la Tintomas di Carmignano, la Cibino Firenze srl (ristorazione), la Carbofin di Vernio, la Filatura Svezia di Prato, un’altra concessionaria auto come la Autoselection srl di via Santa Gonda, la Prisma immobiliare in liquidazione.

Tra i nomi più in vista c’è la Nuova Food Italia di via Don Facibeni a Casale, l’azienda produttrice di pizze surgelate. Il giudice delegato Raffaella Brogi ne ha dichiarato il fallimento lo scorso 4 agosto nominando curatore Leonardo Castoldi. Nel frattempo il ramo d’azienda che dava lavoro a circa cento operai era stato affittato da Gegè srl del gruppo Italpizza, ma per un complicato intreccio di procedure il curatore fallimentare si è visto costretto a sciogliere il contratto e i posti di lavoro sono diventati a rischio, almeno fino all’accordo trovato tra il liquidatore giudiziale di Compagnia Italiana Alimentare, Filippo Ravone, e Gegè srl, che ha dato un po’ di respire ai dipendenti almeno fino alla fine di marzo.

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